Ieri ero tra l’annoiato e lo stanco a guardare un po’ di televisione. Finita la giornata. Bambino a letto. Stanca e un po’ annoiata, ma senza nessuna voglia di accendere il pc per fare quello che avrei dovuto fare. Mancava voglia ed ispirazione. Quindi, tra l’annoiato e lo stanco, mi accingo a fare una delle cose che mi annoia di più al mondo: zapping. Guardi tutto, guardi niente. Ti soffermi, ti interessa? Non tanto. E riparte la giostra dei programmi. A un certo punto mi fermo. Vengo colpita da questo messaggio, semplice e banale, se vuoi: “tutto quello che fai dovrebbe dare gioia al tuo mondo”. Una volta finita la fatica, dovresti guardare a quanto fatto con la soddisfazione di chi non ha subito.
Mi sono chiesta quante volte mi sento così. Perché io lo so che la chiave è questa. Qualunque cosa si faccia.
Non è che tutte le sere mi sento soddisfatta. E che tutte le mattine parto a mille per la meravigliosa giornata che mi aspetta. Io so, mannaggia, che non ho ancora dato fondo a tutte le mie potenzialità. Ai miei talenti. So che mi potrei sentire più felice ed appagata. Ma so che non posso lamentarmi. Perché ho seguito il mio istinto, cercando di rispettare la mia natura. Non ho dovuto seguire una strada per necessità. Cioè, chiaro che devo lavorare per vivere, come tutti. Non sono miliardaria né milionaria. Do il mio contributo, solo che arrivo a fine mese con dentro un sentimento di incompiuto. Di non aver fatto abbastanza.
È questa la chiave che sto cercando da una vita. Il girarmi e vedere occhi compiaciuti di chi ho intorno a me. Che vedono e riconoscono il mio valore. E poi guardare allo specchio e accorgermi che quegli occhi riflettono la stessa luce di soddisfazione. Finalmente.