La mia domenica ideale non è oggi. Forse la prossima, chi lo sa. Nella mia domenica ideale l’umore generale è alto. Quando posso vado a fare la passeggiata lunga lungo il naviglio, per ora è ancora fattibile, tra un po’ l’invasione renderà tutto meno tranquillo, ma non impossibile.
Nella mia domenica ideale il computer rimane spento: il mio, quello di Paolo ed i giochi elettronici di Giò, possibilmente. Odio i brunch, ma se è un modo per vedere qualche amico, vada anche per quello. Se piove un bagno caldo. Un tè ed un libro.
Oppure un aperitivo da Maurizio, con i soliti amici. Ed i bimbi che corrono senza tregua.
È da un po’ che non trovo un libro con cui perdermi. E allora ne sto leggendo almeno tre, che scelgo in base all’umore. Ed intanto sogno, ad occhi semiaperti, il mio lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì ideale, quello dove il lavoro mi fa stare bene perché è esattamente quello che ho scelto e quindi non toglie energia ma ne genera di nuova. È quello in cui la mia famiglia è felice perché non c’è nulla di cui lamentarsi, rispetto ad altre vite che orbitano intorno a noi. Tutto può migliorare, probabilmente deve migliorare, ma guardando con obiettività: che cazzo abbiamo da lamentarci? Nella mia settimana ideale le mie amiche sono serene, guardano alla vita con il sorriso, ce ne sarà di tempo per lamentarsi quando l’oggi finirà?
Nella mia vita ideale sono sempre in grado di vedere la persona che mi vive accanto tenendo presente i motivi che quel giorno me l’hanno fatta scegliere, non le futilità del quotidiano. Riesco a telefonare a mia madre. O ai miei fratelli. Senza un motivo. Prendo quel treno per Padova, senza Giò e senza Paolo, per un fine settimana in bilico tra passato e presente. Per farmi viva con un po’ di persone che non mi sentono né mi vedono da un po’, e magari sceglierci nuovamente. Lo stesso lo farei anche a Milano, ma le persone sono meno.
È domenica, il computer aperto, studio informatica.. non è proprio la mia domenica ideale