Archivio per agosto, 2012

Pensieri di fine agosto

Pubblicato: 22 agosto 2012 in 2012

Teresa. Mi hai proposto un viaggio nella tua ottusità. No grazie.
Le persone come te mi generano uno sconforto immenso. Pensare che vivi di certezze, non accetti il confronto, rifiuti ogni mediazione. Triste. Non riuscire a comunicare con un bambino, arrivare alla minaccia e alla mia pacata richiesta di informazioni ribattere: ‘Io me ne frego che è un bambino’.. Ti rendi conto di quanto la tua vita sia trascorsa inutilmente? Potresti essere sua nonna. Hai perso l’occasione per insegnare qualcosa a Giò, non credi? Invece di terrorizzarlo e mandarlo in ansia per tutto il giorno. Se lo incontri non avvicinarti a lui. Sei pericolosa.

Un altro amico è partito, e noi ci sentiamo sempre più vulnerabili.
Lo ammetto. L’altra sera un malessere non ci ha fatto probabilmente ragionare. Non abbiamo preso tempo. Ci siamo spaventati e abbiamo chiamato l’ambulanza. E poi Pronto Soccorso. E analisi. E radiografia. Ma stavo già bene. Ma in quell’istante, e in quest’anno così difficile, ci è apparso chiaro l’importanza dell’attimo. Bloccata sul divano, vedevo Paolo nella sua angoscia, e Giò sdrammatizzare facendo il pagliaccio (chi mi ricorda?). E io, lo devo ammettere, che supplicavo ChissàChi di non portarmi via. La nuvola è passata, ed è tornata l’ironia tra noi.

In questo agosto di città mi diverto, tutto sommato, a percorrere il naviglio con Romeo e Lucifero. Gli infaticabili sportivi che nonostante l’insopportabile caldo corrono, pedalano, pattinano ed io che penso che non ce la potrei mai fare e invece dovrei. E poi mi distraggo a pensare quale pietoso bar è aperto, voglio un caffè o una crema caffè e acqua, tanta acqua. E’ facile conoscere i nonni che passeggiano alla ricerca di un po’ d’aria. C’è voglia di scambiarsi una battuta e molti si avvicinano con la scusa del cane. E allontaniamo un po’ la solitudine, facciamo due passi insieme e poi ci salutiamo. Si parla del tempo, del caldo, o poco più.

E, a proposito di nonni, ho tanta tenerezza per chi l’altra sera al telefono, mi ha detto: ‘Valeria, arrivi alla mia età e non hai più un ruolo. Se ti interessi alla vita dei figli sei impicciona, se rimani in disparte te ne freghi.’ Come ti muovi sbagli. Ma intanto gli altri pretendono, e tanto. Io, a volte, già mi sento così. Sono già vecchia? O è il ruolo della donna che implica questo?

In questo agosto, con questo caldo, l’agonia infinita dei compiti di Giò. No caro, non ti mollo. Anche se a volte..

G.

Pubblicato: 16 agosto 2012 in 2012

Nei continui viaggi nel tempo alla ricerca di brandelli di ricordi cui aggrapparmi per non sentirmi tanto incompleta (e imperfetta), ci sono alcune persone che sono rimaste costanti, per scelta o per quotidianità. Non importa il perché. E sono persone a cui vuoi bene, perché c’erano l’inverno, e poi l’estate. Poi mesi di silenzio. Ma poi ci si ritrovava, si giocava insieme o si sciava. E si cresceva. Ci si innamorava, si scherzava, ci si nascondeva per condividere i segreti, le prime sigarette, le litigate con la madre che, cazzo, non capisce mai.

Poi ci siamo create le nostre famiglie e, adulte, ancora ci frequentiamo e, cazzo, le mamme ora siamo noi.

Oggi, G., stai vivendo un giorno terribile, in questo anno di merda che sembra non finire mai. In questa notte d’estate mi piacerebbe ritrovarci in montagna spensierate su un prato ad osservare le splendide stellate. E parlare di un futuro in cui tutto è possibile, perché il presente è un attimo, ma poi passa.

No, lo so che non è così. Ci sono degli attimi in cui tutto si ferma. In cui tutto cambia. In cui niente tornerà come prima. Ti voglio bene, G. Tutto il resto ce lo diremo tra noi.