Archivio per luglio, 2013

Voglia di tenerezza

Pubblicato: 26 luglio 2013 in 2013
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tenerezza

In questi giorni di afa e incertezze, la musica e le passeggiate del tardo pomeriggio sono un appiglio di serenità.

Fuori dalla mia casa c’è un piccolo prato in lieve salita verso il ponte che dà accesso al naviglio. Da qualche giorno una badante ci porta il mucchietto di ossa di cui si occupa, mette un cuscino e un lenzuolo a terra e l’adagia delicatamente. Poi legge e racconta. Non so quanto l’anziana signora percepisca tutto questo.

Penso che sia fantastico. Mi apre il cuore. Il vento, il sole, la vita… magari ancora qualcosa di lei sente. Potrebbe lasciarla in un letto, o seduta sulla sedia a rotelle in cui la scarrozza normalmente. Invece no. L’attacca alla terra, alla natura, all’essenziale.

Ieri la guardavo con tenerezza; lei, la badante, mi dice: è lei che me lo chiede. Come a giustificarsi. Le ho risposto semplicemente che mi fa commuovere tutti i giorni. La nonna è lì, non reagisce. Non credo capisca che parliamo di lei.

La vita è una scommessa, la vecchiaia una roulette russa. Sarebbe facile sapere che se ti comporti bene, mangi correttamente, fai sport arrivi a questa età facendo solo un po’ più di fatica a muoverti e a ricordarti le cose. Invece no. Mi ricordo mia nonna, ostinatamente rinchiusa in quella dimensione crudele, di assenza apparente.  Come interagire? senti se ti accarezzo? Ascolti se ti parlo? No… sempre la stessa espressione, la stessa lontananza. Uscire dalla stanza e chiedersi che senso ha.

cucchiaino

 

Faticoso, molto faticoso. Inutile. Non arrivi da nessuna parte. Dopo quanto ci si può stufare? Più o meno subito. Bene. Ho finito di sentirmi così.

Oggi, 20 luglio, ho fatto un bel mucchietto di quella sabbia così faticosamente scavata in questi mesi, l’ho osservato, ho riso. Un mucchietto così piccolo e così inutile.

Veramente? Veramente!

Poi ho afferrato un setaccio. Ho fatto passare la sabbia. Ho trovato un tesoro. Tre esperienze che si incastonano perfettamente nel periodo che sto vivendo. Che hanno aperto tre porte, diverse tra loro, ma in totale armonia con me. Lo spettacolo di Bergonzoni, il concerto di Lorenzo, i quadri di Enrico (e il suo entusiasmo). Ed una frase, sentita in questi giorni, pronunciata da Cerami: ‘La scrittura è mestiere, applicazione, lavoro, non vaga attesa dell’ispirazione.’ Vale per tutto.

La vita mi ha presentato un punto e a capo. Inevitabile tracciare un bilancio. Da quant’è che non mi diverto con il mio lavoro? Da quanto l’energia spesa non mi ritorna in soddisfazione? Mi sono sentita morta, o perlomeno inaridita. E in queste condizioni è difficile prendere una strada. Con una sola certezza. Evitare come la peste lavori solo per occupare il tempo. Se non per necessità, cercare finalmente la soddisfazione a tutto tondo.

Già, però…

Mi sono resa conto che anche questo è un punto di partenza sbagliato. MESTIERE, APPLICAZIONE, LAVORO… MESTIERE, APPLICAZIONE, LAVORO… MESTIERE, APPLICAZIONE, LAVORO… lavorare, ricercare le linee, i colori, le armonie. Distruggere il sito e rifarlo daccapo. Tracciare la nuova fotografia di me, quella che mi assomiglia perché è fatta ORA. Non avere paura di esprimere quello che sono. Fare, rifare, buttare, ricominciare. Senza scorciatoie. Ma arrivare a definire chi sono, cosa offro. E da qui ripartire. E da qui essere.