Giocando con le parole è possibile volare? o cadere in un abisso? Le parole possono guarirci? Non mi riferisco alle parole degli altri ma alle nostre, nell’eterno dialogo interiore che ci accompagna persino dormendo.
In una fase difficile, si può trovare sollievo modificando il nostro vocabolario spontaneo? Sì. Penso di sì. Fissandomi su quello che mi manca per essere felice, deturpo quello che ho e che riempie la mia vita. Anche qui: non le persone, le scelte. Sarò sempre lontana dalla perfezione, ponendo l’asticella nell’astratta razionalità. Ma per come sono io, è così lontana la MIA meta?
Le parole possono essere bastarde: le nostre, come quelle degli altri. Quasi sempre nascondono altro e non sempre riusciamo a capire l’inganno. A tutti è capitato di incontrare qualcuno che ci ha vomitato addosso la sua insicurezza attraverso assurdi sensi di colpa. Magari noi stessi l’abbiamo fatto. Non so: è cattiveria? O quando ci intestardiamo a vedere il bello dove il bello non c’è, non sono le parole a creare la magia?
Le parole sono potenti, e utilizzate come alleate, non potrebbero farci raggiungere traguardi mai nemmeno immaginati?