Fuori piove. Tutti dormono, compreso Romeo.
E’ ora. Cambio maglietta, cuffiette: spotify/allenamento/cardio. Pronti? via! Inizio a pedalare.
Programma di oggi: 25 minuti. La musica stimola un’andatura sostenuta, e io vado. Chiudo gli occhi e inizio il mio viaggio. Perché non riesco mai a star ferma nella realtà? La cyclette si trasforma ed io inizio a volare. Il cielo è azzurro e vedo una ragazza giovane che mi sorride e dice: “ti stavo aspettando”.
Pedaliamo insieme. Dall’alto è tutto molto bello e colorato; e io sono contenta di fare questo viaggio. Se apro gli occhi e mi butto sulla vita vera già a un metro da terra sento quel fastidio dovuto alla paura del vuoto. Ma in questa dimensione va tutto bene, sento solo sensazioni positive. La ragazza con me ride e scherza, io le vado dietro. Ogni tanto vedo volti conosciuti. Ma è soprattutto la natura a essere uno spettacolo meraviglioso. Mi ritrovo in uno stato primordiale, senza sovrastrutture. E’ lì che vorrei vivere. Dove c’è una perfetta corrispondenza tra dentro e fuori. Dove i rapporti seguono un ritmo naturale, non c’è guerra dei sessi, né vittime e carnefici. Sì, è tutto semplice e naturale!
Ora ho capito chi è la ragazza, le sorrido e penso che anch’io sono contenta di averla ritrovata. Penso che abbiamo appena iniziato il viaggio, ma è proprio lì che voglio arrivare. Penso che se ci incontreremo tutte le mattine, sarà tutto più semplice.