Non so se leggete questo blog; mi piacerebbe, solo per un giorno, che voi passaste di qua. Ho due parole per voi, solo per voi: anche se per ora non farò i vostri nomi, sappiate che non intendo fermarmi. Tanto per non essere fraintesa, sto parlando di voi, che vivete tra Milano e la Svizzera.
Una delle cose più squallide è non pagare chi lavora per voi. E’ rubare tempo, risorse ed energia. Non pagate e sparite. Avete un sito che proclama la gentilezza come stile di vita: “La gentilezza è un elemento distintivo, un indicatore di benessere della società.”. Sapete di cosa parlate? Non trovate che sarebbe gentile rispondere ai solleciti? Pagare il dovuto? Rispettare il contratto? Non sarebbe gentile?
E’ più di un mese che cerco la pace. Ho dato fiducia a un progetto che si è arenato. Non importa. Non sempre le collaborazioni si traducono in idilliaca empatia. Posso chiedermi dove ci siamo arenati. Posso cercare di capire la mia parte di errori. Per non ripetermi in futuro. Ma la mia parte l’ho fatta. Il mio tempo era per voi. Ho lavorato seriamente, come faccio sempre. Voi? Dovevate chiudere con dignità. Rispettare un contratto che avete voluto e che non è stato modificato di una virgola. Oggi, a me rimane la rabbia. E la delusione di aver trovato, sotto la copertina patinata, il nulla.
Ripeto. Non intendo fermarmi. Andrò fino in fondo. Voglio quello che è mio. Ladri!