Buona domenica!
Al di là di tutti gli umori, della pioggia che finalmente sembra piano piano allontanarsi, dei problemi tecnici del computer, al di là delle facce non troppo contente di essersi alzate dal letto e del cane che mi segue fissandomi mentre io faccio assolutamente finta di ignorare tutti i messaggi…
Oggi cerco di dedicare anche un po’ di spazio per me. Vorrei infilarmi quel mantello rosso e cominciare a volare, ma i pensieri mi trattengono a terra. La domanda che mi ponevo ieri, tra me e me, dice più o meno: perché niente decolla veramente? No, non parlo del mondo, parlo di me. E dei risultati che vorrei raggiungere. Ieri sera ho sentito un concetto interessante. Che quello che ci circonda, la realtà intorno a noi, altro non è che lo specchio riflesso di quanto è dentro di noi. Probabilmente al netto delle bugie che ci raccontiamo. Quindi se una persona è veramente felice, riesce a rifletterlo nel suo mondo. Se una persona vive e si nutre del suo talento, il suo mondo rivelerà la sua personalità. Mentre se si aspetta che la serenità arrivi dalla vincita della lotteria, o da un colpo del destino, tutto sembrerà spento, in attesa. Ma non quell’attesa del bambino la notte di Natale. Piuttosto l’attesa disperata di chi non crede in sé.
Ora, non basta semplicemente dire: scelgo di essere felice, anche se converrebbe. Se il bagaglio che ci trasciniamo è pesante, che lo si voglia o meno, prima o poi lo sconforto arriva. Magari a pochi metri da un traguardo. Quindi scegliere di essere felice è sicuramente il primo passo. E poi? Liberarsi degli orpelli, credo. Procedere con curiosità. Non avere paura. Guardarsi ogni sera indietro, per controllare di aver fatto almeno un passo in avanti rispetto a ieri. Guardare ogni mattina avanti, almeno per sincerarsi che stiamo procedendo verso la direzione giusta. Prendere le mani dei nostri compagni di viaggio, non si è mai veramente soli. Guardare agli altri con sincerità, accorgendosi di quanto ogni singola persona che incrocia la nostra strada lascia inevitabilmente la sua traccia. E se abbiamo la fortuna di trovarlo, indossare quel mantello che ci fa volare. E guardare tutto da una prospettiva più grande della nostra piccola esistenza.
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