Archivio per ottobre, 2015

Una tazzina di caffè

Pubblicato: 31 ottobre 2015 in 2015
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coffee

Ieri, finalmente, tutta la passeggiata senza apnea, è già un successo!

Qualche giorno fa una tazzina di caffè mi ha fatto aprire gli occhi.  Se una cosa ha il 50 percento di possibilità di andare bene a me non succede! quindi, cambio tutto: vivo senza aspettative, e quello che deve succedere succeda!

Un improvviso senso di libertà mi pervade e tutto mi si chiarisce. Pensavo di avere al mio fianco il sostegno della sorte, invece sono sola. Non è né negativo né triste. E’ realtà. Ultimamente devo fare tanti conti, tutto sta cambiando. Mi sto muovendo in panorami di cui non intravedo i confini. Meglio così. Il fatto di dover capire mi costringe a uno sforzo di cui decido io la profondità: ‘Voglio sapere fino a là.. di più non cambierebbe la sostanza, per me.’ La cosa difficile è muoversi nella quotidianità tenendo tutto dentro, perché non è ancora il momento delle Scelte. Ci sono delle domande che non voglio fare per evitarmi il teatrino delle bugie. Quello che devo capire è come fare a fidarmi. Perché non è tutto bianco o tutto nero. Ma le bugie cancellano le sfumature.

Le poche certezze sono il mio sostegno. Mi sento di essere stata catapultata in un luogo nuovo, ora devo solo esplorarlo senza aspettative ma sapendo che non si torna indietro.

Sospesa

Pubblicato: 24 ottobre 2015 in 2015
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passeggiata sul filo

Quando il gioco si fa duro non sempre si hanno le forze per giocare. Le idee. L’energia.

In questi giorni vorrei che, improvvisamente, le catene si spezzassero; vorrei non sentire più niente e assaporare la leggerezza. Essere sparata via, lontano, guardare giù e accorgermi che è tutto così piccolo. Talmente piccolo che non può farmi male, non può fare niente. Stare in questa dimensione fino a quando non sento più questo vuoto. Quando le idee saranno tornate. E anche l’energia.

Il problema è che tutto il resto deve andare avanti. Quindi devo stare qui. E vivere.

Mi sento come una funambola, sospesa nel vuoto, che cammina sul filo, obbligata a trovare un equilibrio e ad allontanare la paura  di cadere. Posso sperare che, eventualmente, riuscirò a vedere quella mano che arriva per sostenermi. Quell’abbraccio che  mi faccia capire che non sono sola. Sentire quella voce che mi rassicura. Per ora cammino. E penso al prossimo passo.

Generi di conforto

Pubblicato: 22 ottobre 2015 in 2015

Oggi … “È uno di quei giorni che… Ti prende la malinconia… Che fino a sera non ti lascia più….”

Proprio così! quindi, che fare? Ho pensato di fare due chiacchiere con sconosciuti, non so perché ma mi girava così. Ma facendo una veloce ricerca su Internet ho capito che non era cosa. Quindi niente.

Ripenso all’incontro di questa mattina. A quella signora che ha deciso di confidare tutto il suo male di vivere proprio a me. E io che avrei voluto liquidarla dicendole: ho già i miei problemi, non posso proprio aiutarla, trovare quelle parole che lei forse mi sta chiedendo, guardi, io proprio  non ne ho più. O forse sì, da qualche parte, ma non ho voglia di cercarle. Quindi mi sono limitata ai luoghi comuni, ma lei era contenta… e parlava.. parlava…. parlava! di se stessa, del marito, del figlio e la figlia……… e le ansie. E la sua personale lotta contro quella casa che evidentemente deve essere vissuta come una condanna, perché quando è fuori si sente meglio. E’ già qualcosa, no? A un certo punto mi chiede se anch’io soffro d’ansia. E faccio l’errore di dirle: ‘Sì, capita’. Perché da quel momento divento sua sorella, una sua grande amica, perché lei parla e io posso capirla. Poi finalmente mi saluta. E io mi allontano, appena un po’ più pesante.

Ho ancora bisogno di qualcosa. Opto di andare sul banale: patatine al formaggio e crema alle nocciole. Magari con qualche bollicina, senza troppe controindicazioni.

“E come tanto tempo fa.. Ripeto: chi lo sa?.. Domani è un altro giorno, si vedrà…………..”

 

Tenerezza

Pubblicato: 21 ottobre 2015 in 2015

tenerezza

Il naviglio restaurato incorniciato nei colori dell’autunno, con questo tiepido sole e questo cielo azzurro, azzurrissimo….

Ho ripreso l’abitudine delle passeggiate: tutta questa bellezza naturale e la musica e i ritmi di Romeo ancora più lenti rispetto all’acqua limpida del naviglio aprono scorci interiori e mi assale una estrema voglia di tenerezza.
Allora chiudo gli occhi e immagino di prendermi quello che la vita, oggi, non mi offre. Li riapro e sorrido. Non è l’ora di crescere?

Mi verrebbe voglia di abbracciare gli alberi e diventare tutt’uno con questa natura che, ancora, non comunica la tristezza invernale. I rossi, i gialli, i verdi si susseguono disordinatamente da tutte le parti, nei prati, sugli alberi e gli arbusti. E penso: mi piace essere qua.

Ho riscoperto recentemente quanta energia possa arrivare dall’occuparsi di sé. Rimettere in moto la macchina, rendersi conto dei limiti e iniziare a superarli. Ogni settimana resisto un minuto in più e vinco la mia battaglia personale.  E se le emozioni sono state messe a dura prova, e se ho dovuto congelare una parte di me per non soccombere, sento che sono ripartita dalla parte giusta, quella da troppo tempo trascurata. Ho capito che, per me, la testa non trascina il corpo. Ma il corpo può trainare la testa. E quando si aggiungerà il cuore, avrò ricominciato veramente a vivere.

 

Ballo da sola

Pubblicato: 17 ottobre 2015 in 2015

dance

3… 2… 1…. Parte la musica, inizia il ballo. E via 1 passo avanti e plié, relevé, piroetta e 1 e 2 e 3..!

Che strano, sono sola a ballare, prima eravamo in due ora sono sola… sento la musica e ricomincio la danza e poi ti vedo che ci sei ma balli un altro brano. Ci guardiamo e balliamo. Ognuno di noi vuole dimostrare di essere il più bravo…

e 3.. 2.. 1.. “butta fuori tutto quello che hai e balla come non hai mai fatto fino ad oggi… Non pensare agli sgambetti, rialzati e vai.” E 1… 2…. 3…. Parlo da sola,  succede sempre più spesso, una volta  in più, che cambia? Prima o poi la musica finirà e ci toccherà prenderne atto e guardare in faccia le cose come stanno. Ora balliamo, c’è ancora un po’ di tempo, forse.  Gioco a memory con i ricordi, ma non riesco ad accoppiare le carte. Ogni tanto ne sollevo una, sorrido o mi incazzo, ma non c’è verso di far uscire la coppia. E quindi ballo. Finché avrò la forza. Ballo da sola.

A spasso fuori dal mio giardino….

Fare i conti con il fallimento non è certo facile. Probabilmente non siamo nemmeno stati educati ad affrontare gli insuccessi. Tanto che spesso ci diamo altre giustificazioni per rendere la cosa sopportabile. Oppure ci abbandoniamo alla distruzione dell’autostima perdendo di vista i reali confini del singolo fallimento e allargandolo a tutta la nostra personalità. In un altro blog (psicozoo.it) ho trovato questa frase, molto efficace, di William Arthur Ward, scrittore e insegnante americano: “ il fallimento non è fatale. Il fallimento dovrebbe essere il nostro maestro, non il nostro becchino. Dovrebbe spingerci verso nuove stimolanti sfide, non gettarci nelle profondità della disperazione.”

E’ difficile. Ma non credo che ci sia un’ altra scelta. Riconsiderarsi e ricrearsi in una nuova forma che ci metta al centro di tutto è comunque un’occasione. Fa paura ma è meglio farci i conti ed affrontarla.

Non siamo soli!

Pubblicato: 8 ottobre 2015 in 2015
Ansia

L’ansia è la vertigine della libertà – Soren Kierkegard

Mi sveglio e mi alzo, non so nemmeno che ore sono; solo atterrata sul divano guardo l’ora: le 5.10…. Cazzo!

Non importa. La mattina parte con tanti buoni propositi. Mi guardo intorno e so dove poter migliorare la situazione. Ora mi godo il silenzio, però.
La solitudine del mattino mi è sempre piaciuta. Un foglio bianco dove tutto deve ancora succedere. Non rischio di incontrare nessuno, tranne Romeo che dopo un po’ viene a rintanarsi nel suo angolino del soggiorno. Si addormenta, inizia a russare e mi strappa un sorriso.

Quando suona la sveglia finisce la magia: tutto deve essere preciso e seguire i tempi rigidi della quotidianità. Con la sveglia, piano piano, così piano che nemmeno me ne accorgo, cresce dentro di me, nel profondo, un buco nero, che si inghiotte i primi entusiasmi, e non solo. E quando è troppo tardi, sento che ha occupato molto, troppo di me. Mi sento bloccata sulla sedia e penso che non ce la posso fare.

Come fare per uscire dall’angolo? Mi butto sulle magiche gocce? non mi va! Voglio guardarti negli occhi, amica! non mi serve ignorarti, nasconderti come la polvere sotto il tappeto. Devo trovare un modo. Lontano, alla radio, sento che ridono. Provo a sintonizzarmi e a farmi raggiungere dal mondo. Funziona, inizio a ridere anch’io. Per ora sei tornata piccola piccola, e mi godo il momento e l’energia che, di nuovo, mi aiuta ad affrontare la giornata.

A spasso fuori dal mio giardino..

Leggo che tra i fattori che favoriscono l’insorgere dei disturbi di ansia, c’è: essere donna.

A seguire: aver subito traumi; soffrire di malattie croniche; essere esposti a forti stress; essere predisposti da fattori genetici; assunzione di droghe o alcol, fumo… cioè sostanze che ne favoriscono l’insorgere.

Come si manifesta? agitazione, irritabilità, disturbi del sonno e/o dell’appetito, accelerazione del battito cardiaco, aumento della sete, difficoltà di respirare, bisogno di muoversi, stanchezza.

Si stima che in  Italia oltre il 10% della popolazione soffra d’ansia. Quindi, per quanto questa bestiaccia faccia di tutto per convincerci del contrario, NON siamo soli.

Metamorfosi

Pubblicato: 6 ottobre 2015 in 2015

metamorfosi

Maggio 2013: è iniziato un ciclo.

Non si è trattato di un uragano, che arriva e distrugge tutto; poi: si piange, si urla, magari si ride, ci si sente sfigati. Si elabora il lutto e si riparte verso una  nuova direzione.

No, una goccia cinese. Il lavoro, le amicizie, la famiglia. Ogni volta che credevo che fosse finita, bang! un nuovo problema, una nuova ferita. L’ultima è di ieri ed è di quelle che portano alla rivoluzione. Ora mi sono presa del tempo, ho bisogno di capire la giusta direzione da prendere. Se cedessi all’istinto dovrei distruggere tutto. Ma non posso farlo. C’è una vocina che mi suggerisce di guardare finalmente all’insieme della mia vita, fa tutto parte di un Cambiamento. E se pure spaventa perdere gli appigli di sempre, probabilmente poco distanti ce ne sono di nuovi, più sicuri e più miei.

Faccio tacere rabbia e delusione, quindi. Sorrido e faccio finta che sia tutto normale. Respiro a pieni polmoni l’aria nuova: ho bisogno di energia.

A spasso fuori dal mio giardino..

Si dice che ogni cambiamento sia un’opportunità. Che lo si voglia o meno, le cose, le persone, le situazioni sono in continuo movimento. La stabilità è un attimo. Siamo tutti dotati di risorse e capacità per affrontare tutto ciò che succede, nel corso di una vita. Persino i dolori più grandi, se attraversati abbattendo tutte le difese, portano dentro di noi una ricchezza nuova.

Ovunque possiamo trovare ricette più o meno facili per supportare le crisi. Vale tutto. Scalare la montagna per un comodo sentiero oppure scegliendo percorsi impervi e nessun equipaggiamento, l’importante è raggiungere la vetta. Nei tempi necessari per arrivarci vivi. Chiedo solo il rispetto. Non ho bisogno d’altro.