Oggi il freddo è più gentile. Il vento, lieve, fa ballare le poche foglie rimaste a terra. Mi riempio la giornata per non pensare, non ne ho voglia, preferisco godermi questa speranza di tregua, e credere che oggi posso arrivare a sera senza deficit d’aria e speranza. Alle sette e mezza ho aperto tutte le finestre, illudendomi che le scorie tossiche potessero uscire per sempre, spinte fuori dall’aria pulita, fredda e rigida.
Non sarà così. Ma potrebbe succedere un miracolo. Potrebbe arrivare un po’ di luce. Mi aggrappo a questa idea e ho voglia di sorridere. Le cose cambiano se trovi ogni mattina un sorriso? Si. E quando canto, tra me e me, sento lo sguardo severo che si interroga: ‘che cazzo ha da cantare, poi..’ Lo so io, che cos’ho da cantare. Va bene così, siamo diversi. Il viaggio verso l’inferno lo farò cantando, perché così mi piace viaggiare.
Ma oggi mi godo la gentilezza di questa giornata, senza tinte forti, nel bene e nel male. Una distesa color pastello. E’ riposante.