..non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa, neanche a me! Ok?
Se hai un sogno tu lo devi proteggere.
Quando le persone non sanno fare qualcosa lo dicono a te che non lo sai fare.
Se hai un sogno inseguilo. Punto!
dal film “La ricerca della felicità”
Chi ha una sana, grassa e felice autostima ha tutta la mia invidia!
Ogni giorno mi sveglio e penso: ‘Fanculo! Oggi va tutto bene, mi sento centrata! Non c’è motivo per cui mi debba sentire sotto una lente, è ora che mi faccia vedere al mondo per quello che sono, perché non sono niente male.’
Faccio partire la giornata, la casa, la vita mia e di Giò. Accendo il computer, guardo la posta, porto giù Romeo. Inizio con gli impegni schedulati nella mia testa e penso che sia proprio in questo momento, con la testa occupata, che l’animaletto malefico si sieda piccolo piccolo sulla mia spalla e aspetti. E i pensieri si sdoppiano, una parte vola alta, nel cielo della speranza. Ma l’animaletto malefico inizia a scavare, a nutrirsi e a crescere.
Il pensiero alto vola nella terra del ‘tutto è possibile’, del ‘tutto può cambiare in un momento, potrebbe essere ora, perché no?’ Una telefonata, basterebbe uno squillo del telefono e nuovi mondi prenderebbero corpo. L’animaletto sussurra, lo sente il mio inconscio, ‘quante banalità! ogni cambiamento dipende da te, non dalla bacchetta magica del destino! solo che tu….’ E io sento crescere una sorta di malessere che avvolge il cuore o chi per lui, allora capisco che è giunto il momento di portare fuori Romeo e aprirsi all’aria per ripulire i pensieri. A volte funziona, a volte no. In questi giorni con questi colori e questo sole, persino con questo freddo, mi carico di energia.
Quando torno a casa, tra cucina e computer, sento la sicurezza già più traballante. E se arriva un grugnito o una battuta infelice, si aprono varchi di sconforto. Vedo più salite che discese. E sento la stanchezza piombarmi addosso. Poi il pomeriggio trascorre sull’altalena, tra momenti in cui mi sento volare e altri in cui mancano le forze.
A chi trova sollievo alla propria rabbia colpendo le fragilità altrui vorrei dire una cosa. Le prime volte puoi essere capito. Poi, la comprensione si trasforma in sofferenza, in frustrazione e alla fine ci sarà solo rabbia. Paralizzante. Non c’è un diritto di priorità, i tuoi problemi e i miei hanno lo stesso peso. Magari nomi diversi, ma ognuno deve trovare la sua soluzione. La tua non passa attraverso di me. Non credo che colpirmi ti apra soluzioni. E nemmeno serenità. Ogni solco di sofferenza creata lascerà le sue cicatrici. E non è detto che scompariranno. Sei sicuro che ne valga la pena?
Photo credit: Till The End Of Time… via photopin (license)