Sono sola e sono stanca. Ho finito i cerotti. L’agenda è improvvisamente bianca e ho solo voglia saltare in alto e sorvolare le istantanee che da un tempo lontano lontano mi hanno portato qui, così distante dal cuore. Oggi in macchina sentivo una musica che mi ha trasportato a quando tutto doveva succedere. Guardavo le nuvole e mi immaginavo ballare sopra tutto questo. Immaginavo squarciare l’ennesimo silenzio. Mi immaginavo correre nel senso inverso rispetto al tempo e in questa distesa di polaroid scegliere le più belle. Lanciarle ancora più in alto affinché anche loro volando iniziassero un ballo. E la musica sempre più alta, la corsa sempre più veloce, il ballo più scatenato e per un attimo mi sono sentita bene.
Ma il viaggio è finito ed è piombata addosso tutta la pesantezza. Tutto il vuoto. E i desideri così lontani che mi chiedo come possano fare tanto male.