La passeggiata con Romeo di questa mattina è stata un vero piacere: uscire con il traffico ridotto praticamente a zero, sia umano che automobilistico, in un generale silenzio che pare amplificare persino i profumi della primavera. Camminare a ritmo ridotto, con questo piacevole freschetto, manca solo la carezza del vento: chiedo troppo. Nell’ipod seleziono Lorenzo che mi dà la giusta carica fino al caffè che prima o poi troverò in questa città sonnecchiante.
Quando rientro mi assale la pigrizia, quanto vorrei poter rimandare a domani! ma ripetendo nella mia testa la lista delle cose da fare mi rendo conto che non posso scappare.
Mi prendo ancora dieci minuti per me, e penso a quest’ultima settimana in cui non è passato giorno in cui non mi sentissi sotto osservazione; la soddisfazione è stata arrivare a venerdì e accorgersi di aver vinto la sfida e superato l’ostacolo. Domani riparte la sfida, lo so. Ma il primo passo, il più difficile, è stato fatto.
Ieri, nella mia giornata premio, ho accettato di rimettere in discussione un principio che era graniticamente radicato dentro di me. Anche in questo caso ho aperto un mondo nuovo di possibilità, entrando in una dimensione in cui mi muovo in totale libertà, soprattutto mentale. Mi accorgo di aver vissuto in difesa, fino ad ora. Oggi, che è l’istinto a guidarmi, faccio quotidianamente progressi senza nemmeno rendermene conto. E’ vero che la traiettoria che sto compiendo sembra del tutto casuale. E se mi chiedo cosa farò domani so che non ne ho idea. Ma forse, alla fine, tutti questi pezzettini avranno un senso più chiaro dentro di me. O, semplicemente, fortificheranno il mio agire. Non lo so, lo scoprirò vivendo.