Giro, giro, cammino e cammino, proseguo, se capita sbaglio, riconosco gli errori, mi scuso ma anche no, riprendo la strada e cammino cammino…
C’è un punto in cui vale la pena fermarsi. C’è un enorme specchio che riflette solo me. Inutile chiedermi perché. In fondo la risposta è facile, quasi banale.
Eliminate le zavorre e riesaminate le certezze di sempre, una nuova libertà è diventata la mia compagna di viaggio; ho dominato anche la paura di questa nuova dimensione di cui non riconosco né forma né confini…. bene, esattamente a questo punto mi appare l’unico punto di ripartenza possibile: non solo me stessa, di più! È l’amore per me stessa.
E finalmente riconosco nella giusta dimensione i vari tipi di amore che compongono la mia vita. E tornano ad essere parte viva e vitale del mio quotidiano. Non solo conforto. Stimolo. Energia. Ho allontanato molto, in queste settimane. Era probabilmente necessario. Ma ho anche aperto porte inconsuete, per rimettermi in gioco senza barare. Ora il quadro mi è più chiaro, anche se di strada da fare ancora ce n’è, e molta.
Ma sto riempiendo gli armadi, dopo aver buttato via tanto. E sto accorciando le distanze, dopo aver camminato tanto.