Archivio per novembre, 2017

Semplicemente

Pubblicato: 30 novembre 2017 in 2017
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less is more

(Recentemente) da più persone mi è stato recapitato questo messaggio: ‘sei complicata…’

Moi?

Tocca fare i conti con questi specchi che, chi più chi meno, conoscono molto di me.

Sono sicura che un approccio virtuoso attraversi la semplicità. Ci sono passi che sembrano inaffrontabili, complicati, dolorosi: ma la vita stessa ci dimostra che abbiamo le risorse per sopportare l’impensabile. Eppure alcune paure immobilizzano, fanno sentire incapaci, indegni, inadeguati.

Ho ripensato a Giò piccolissimo, che poneva domande immense. Il processo era affrontare ogni argomento riducendolo ai minimi termini, tanto che gli arrivassero le risposte che la sua mente infantile stava cercando. Una buona palestra.

Ci sono sovrastrutture antiche e arrugginite che dettano le condizioni: è assurdo. Abbatterle non è facile, ma forse nemmeno così difficile. È questa la novità.

Ripensarmi ai minimi termini, abbattere o semplicemente evitare le trappole. Sperimentare prima e ragionare, casomai, dopo. Non cercare di abbattere i muri, ma individuarne le crepe.

E, semplicemente, andare avanti. Sola, se serve. Nuda, se serve. Ma avanti. Semplicemente.

Sei sempre tu!

Pubblicato: 26 novembre 2017 in 2017
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Buona domenica! Mi sveglio e so, perfettamente, che parte il MIO momento. Aspetto un’ora decente, esco.

Che spettacolo! Il cielo è azzurro, c’è ancora qualche nuvola che, fortunatamente, non intralcia il trionfo del sole. Un vento freddo agevola un’andatura sostenuta che, per gentile concessione, faccio stabilire a Romeo, per una volta. Il percorso ormai lo conosce: è quello che ci porta in quel bar, lontano ma carino, dove mi delizio con una colazione speciale.

Cuffiette e Spotify: scelgo una musica poco impegnativa, preferisco emozioni facili,  per i pensieri complicati faccio da sola…

7478 passi, andata e ritorno, passando un paio di volte lungo il naviglio, un paio di volte per il centro pedonale, sfiorando il cimitero e attraversando il parco dei germani.

Ieri, la giostra degli open day dei licei si è conclusa con una passeggiata solitaria in centro, ripensando alle informazioni. Ma, soprattutto, per vedere le luci e gli addobbi di Natale, per capire se anche quest’anno riesco ad emozionarmi. Insomma. Prevale il mio cattivo umore.

Poi, all’improvviso come sempre, mi si proiettano in testa queste parole: ‘Sei sempre tu!

Ovvio. Veramente? Ovvio! E allora è arrivato il momento di guardare in faccia la realtà: è già da troppo tempo che sei seduta dietro quella porta chiusa, che cazzo ti aspetti di sentire? che non ti sei sbagliata? No. Ti sei sbagliata! Forse hai sopravvalutato, forse avevi semplicemente bisogno  di vedere quello che non c’era. Ma, credimi, ti ha fatto un gran bene. Però, detto questo, SEI SEMPRE TU!, sei sempre tu, sei la stessa che ha percorso strade complicate e dolorose, senza farsi stendere dagli insulti e dai pugni (metaforici)! Che, sempre da sola, in cinque mesi hai perso trenta chili ritrovando l’anima, ferita ma viva! Che hai lottato per due e, forse, ce l’hai fatta ad allontanare il mostro più cattivo. Sei sempre tu, cazzo! sei sempre tu che, camminando senza sosta, hai ritrovato il tuo diritto ad essere serena, felice a tratti. Sei sempre tu che hai smesso, finalmente, di guardarti con gli occhi di chi, senza tregua, ti faceva sentire una fallita. Sei tu che hai ritrovato delle ali, piccole magari, ma le hai trovate. E come un drone hai sorvolato la tua vita per vedere dalla giusta distanza cosa c’è di bello, dove sono nascoste le trappole, dove trovi i prati più verdi dove ricaricarsi in momenti come questi. Le delusioni fanno parte del gioco. Ma qui c’è tanta roba. Quindi, basta. Alzati. Sei sempre tu. E non c’è niente al mondo che possa fermarti.

Sono sicura

Pubblicato: 23 novembre 2017 in 2017
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Che la forza della mattina, presto, mi accompagnerà fino a sera.

Sono sicura che le sensazioni positive che il vento, con tocco gentile, come una carezza, appoggia dolcemente sulla mia pelle, cancelleranno il vuoto.

Sono sicura che la musica, altissima, arriverà ad azzerare la testa, con quei pensieri che, instancabilmente, continuano a macinare e macinare e arrivare al cuore e scavare scavare….

Sono sicura che un giorno capirò tutto. E ringrazierò tutti. Un giorno.

Oggi non sono forte. Oggi sono senza difese. Oggi vorrei aggrapparmi ma non vedo gli appigli. Oggi scrivo. Tutto. La mia giornata è scandita punto per punto ed è quello che mi permette di non perdermi. Mi rifiuto di blindare le emozioni, ne uscirei sconfitta. Ma tutto questo ha un prezzo. Ed è capitato di ritrovarmi totalmente sopraffatta, in pieno centro, alla ricerca di un angolino in cui ritrovarmi, lasciandomi andare alla tristezza perché è proprio lì che rinasce il sorriso.

Nella speranza e nell’attesa

Pubblicato: 23 novembre 2017 in 2017
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L’orchidea va in cattedra

Pubblicato: 21 novembre 2017 in 2017
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Oggi mi sento forte (senza un vero perché). Anche se oscillo e sono ancora troppo esposta alle opinioni altrui.

Vorrei vivere in un mondo muto, per un po’. Vorrei che gli specchi restituissero a tutti la stessa immagine. Ma non è così. Vorrei essere veramente trasparente, in modo  che, prima di aprire bocca, le persone si rendessero conto di come sto.

Ma a chi devo rendere veramente conto? Banalmente: a me stessa, ovvio. E direi Giò. Stop. Stronza? può darsi. Ma, come diceva Vasco:

Egoista… certo… Perché no!
perché non dovrei esserlo!…

Quando c’ho il Mal di Stomaco
con chi potrei condividerlo!… oh!

Quindi, signore e signori, si va in scena. Alzo gli scudi a difesa del cuore, respingo i giudizi non richiesti e cerco trampolini di lancio.

Si, perché nonostante tutto, ho brutto vizio di sognare. Ogni giorno di più. Sabato sera, lo spettacolo dei BLUE MAN GROUP (thanks brother…), ha dato il via a una ricerca (..in corso…) su come poter ottenere un simile livello di coinvolgimento usando SOLO le parole. Le parole possono essere potenti, ma trovare un forte registro evocativo sugli altri sensi non è facile. Bisogna usare tutta la creatività per cercare i sentieri più nascosti. Meno consueti.

Poi, scherzando con Giò, ho pensato alla mia casa, quella che vorrei, con un lungo corridoio, il parquet vecchio e scricchiolante, enormi finestre, le stanze che servono più una, un terrazzo comodo e, sulle pareti, graffiti ovunque. Giò entusiasta.

Infine, immaginando il mondo che vorrei, ho pensato che sarebbe bellissimo incrociare la mia vita solo con le persone capaci di vivere i sentimenti. Danzare con le emozioni. Scambiarsi i colori più luminosi. Abbattere le barriere mentali. Che senso ha (la vita, addirittura), altrimenti?

Il mio sguardo si è posato sull’orchidea destinata al secchio del verde perché uccisa dalla mia indifferenza. Nonostante la mancanza d’acqua da settimane, ha trovato chissà dove le risorse per far nascere un nuovo ramo verde, forte. Ti sei meritata l’acqua. Mi hai ridato la speranza.

..in viaggio.. ancora…

Pubblicato: 18 novembre 2017 in 2017
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In questo bel sabato di novembre, mi guardo leggermente indietro e sospiro.

Ripenso all’incontro di ieri, a quell’uomo che ci ha messo venti minuti a farmi LA domanda, sguazzando per 20  minuti nelle banalità ma lo vedevo che non era contento delle cose che raccontavo. ‘Ma come stai, veramente?’ tranquillo, tutto bene. Sicura? Dieta, solo dieta.

Poi ripenso alla mia amica che mi consiglia come comportarmi e io che penso che non sono idiota, sono semplicemente in lotta con le emozioni. E non c’è modo di evitare le ferite, perché non ho più nessuna voglia di nascondermi dietro le barricate, che siano chili o i NO alle esperienze. Non sono più quella lì. Volo quando c’è da volare, cado quando c’è da cadere, senza protezioni.

Non mi appassionano nemmeno i discorsi sulle responsabilità, perché non aiutano né sollevano. Sono io, solo io. Gli altri interagiscono con me come la loro natura li fa comportare. Io scelgo quanto farli entrare. E quando farli uscire. Non sono masochista. Ma fino a quando c’è energia, me la prendo tutta.

Poi penso che questo sia un periodo di passaggio, in cui sbatto la testa (e il cuore) ovunque mi giri. Ma sono contenta di sentirmi all’inizio di una nuova vita. Quale? non saprei.

A un passo dal sogno

Pubblicato: 15 novembre 2017 in 2017
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Quando la barca inizia a fare acqua da tutte le parti e non si sentono più le risorse per arginare il flusso, la cosa più sensata è fermarsi. Eccomi. Sono ferma.

Ieri, dopo aver nuovamente sbattuto la faccia contro un muro, mi sono sentita totalmente inadeguata. Ho sentito la rabbia partire dai piedi e come uno tsunami raggiungere la mia testa e devastare tutte le certezze. Se fossi una persona violenta,  sarei arrivata alle mani. Ho ancora in mente quella faccia che mi invitava a mollare due schiaffoni.

Ho iniziato a camminare.. camminare… camminare….

Niente, nessun sollievo. Anzi il grumo di rabbia mi dava la sensazione di crescere a ogni passo. Ho dovuto fisicamente fermarmi, tornare a casa, chiedere aiuto alla chimica e avvertire tutti: state lontani per un po’, finché non trovo pace. Poi, alla fine, un certo equilibrio è tornato, il sorriso no. Amen, non sono un pupazzo programmabile.

Oggi, un po’ meglio. Anche se sento il peso del periodo, e un po’ arranco. Mi si è materializzata in testa questa frase: “Focalizzati su quello che è”. Non so da dove sia arrivato questo prezioso consiglio, ma l’ho apprezzato. Perché è nettamente meglio di: “Focalizzati su quello che HAI”. Quello che E’ implica sostanza. Consistenza. Mi piace. Ero troppo concentrata su quello che non era. E su quello che avrei voluto che fosse. Una mia amica direbbe: SOGNI.

Quello che E’. Con realismo e creatività. Sono a un passo dal sogno. Probabilmente è il passo più difficile. E da qui tutti gli ostacoli che in qualche modo mi bloccano al di qua della felicità. Non c’è niente di male nel fermarsi un attimo. Ma manca veramente solo un piccolo ma decisivo passo.

 

E’ venerdì. Bello.

Pubblicato: 10 novembre 2017 in 2017
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Sole, decisamente sole. Cielo azzurro, quello bello. Il naviglio nuovamente popolato da chi corre, chi va in bici e chi, come me, porta a spasso pensieri e cane. Lo spettacolo vale il biglietto.

Arrivata al giardino con la fontana, con  il caffè ormai vicinissimo, una lacrima scende senza preavviso: stronza! Non ne vale la pena, la strada l’hai capita ieri, impegnati e vai.

E’ che… non siamo macchine, la razionalità mi porta avanti liberandomi da quello che è o potrebbe diventare tossico, ma le emozioni urlano. La mia tendenza a sbandare qua e là non agevola i rapporti umani. L’umore talmente altalenante durante la giornata mi disorienta, passo dall’euforia all’allegretto ma non troppo, fino ad attimi di tristezza. Poi ricomincia il ciclo. In ordine sparso.

Quindi cammino, con o senza cane, con la musica, mai al telefono. E’ un momento tutto mio. Aiuta. Mi riempio di respiri profondi, fino a far uscire il sorriso. Aiuta. Cerco di far scorrere gli umori come si presentano: è un flusso continuo che deve terminare il suo viaggio, per poi allontanarsi definitivamente. La buona notizia è che sono viva, nel senso che le amarezze non mi hanno mutilato. Non ho paura di sentire. Non ho paura di palesare i miei sentimenti. E non è poco. Non temo di toccare il fuoco, preferisco scottarmi alla pura teoria. Poi scrivo. E vivo, nel casino, nella complessità, cercando il bandolo.

Parole. E basta.

Pubblicato: 8 novembre 2017 in 2017
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Come un lagotto fiuta bosco terra e aria in cerca di preziosi tartufi così sono io, in questi giorni, alla ricerca di parole.

Tante, quelle che mi piacerebbe scoprire dentro di me, come un tesoro dei pirati, per trovare quella storia per quel libro che per ora non c’è. Cerco cerco, indago, giro. Scavo. Piccoli entusiasmi e poi: nooooo, non ci siamo. Riprendo questo viaggio senza un metodo, una direzione.

Parole, solo parole. E basta. Quelle che respingo al mittente quando vengo attaccata senza un perché. Quelle dure, di marmo, quando cerco un varco con un adolescente ma niente! impossibile. Quelle vuote, sparse un po’ qua e un po’ la, nella quotidianità. Dal tempo al peso. Non ascolto nemmeno più. Quelle mai dette, non so perché e sto ancora aspettando. Quelle dolci, che sanno di Casa. Quelle amare, dopo un fallimento. Quelle struggenti, per qualcosa che non c’è più. E mai più tornerà. Quelle allegre, tra amiche, che sanno attraversare tutto: tempo, distanza, vita. Eppure siamo sempre così vicine. Quelle sussurrate, nei momenti più intimi. Quelle urlate, nella rabbia di un aspro confronto. Quelle che mettono a nudo, e non è sempre piacevole. Ma utile. Quelle che danno calore, che ti porti dentro, felice di aver vissuto quel momento. Quelle inutili, che ti sospendono in un inganno verso te stessa, c’è bisogno anche di quelle, di tanto in tanto. Le parole chiave, quando capisci di essere al punto di non ritorno. Quelle a ruota libera, quando non riesci più a trattenerle, in un’esplosione di vita. O quelle rinchiuse, che non riesci a tirare fuori, perché nascondono un dolore che non si ha voglia di affrontare. Quelle piene di energia. Quelle pronunciate, scritte, cantate. Cercate. Trovate. No. Non le ho ancora trovate.

Caro amico ti scrivo…

Pubblicato: 7 novembre 2017 in 2017
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..perché lo ammetto, stasera mi manchi un pò…

Questa sera, che è bastato uno spritz a farmi sentire più leggera e a farmi tornare la voglia di volare e, forse, ho trovato anche un paio nuovo nuovo di ali, tutte mie.

Questa sera, che non sento più la rabbia, soltanto una dolce allegria. E volando a pochi metri da terra, e dalla realtà, ho visto le strade che ho voluto ignorare, per necessità o illusione.
Probabilmente non è vero che non ho cercato scorciatoie. Acque azzurre dove sguazzare e ricaricare l’anima. E’ stata questa la mia scorciatoia.

Sono un casino, sempre a caccia, sempre alla ricerca di risposte. Purtroppo credo di aver sbagliato le domande. Probabilmente non ho valutato tutte le alternative, mi sono impantanata subito. Sicuramente avevo bisogno di tempo, dovevo buttare via e ricaricarmi. Fatto.

Ora che non posso tornare indietro (e non voglio), so di aver complicato il percorso e di aver perso qualcosa. Ma ho vissuto. E adesso, che vedo tutti i colori della mia tavolozza penso che, se riesco a crederci fino in fondo, il futuro che mi aspetta sarà meraviglioso. E’ la vita. Persone che entrano ed escono dalla nostra traiettoria, ci accompagnano per un po’ condividendo il possibile. E il viaggio continua…