(Recentemente) da più persone mi è stato recapitato questo messaggio: ‘sei complicata…’
Moi?
Tocca fare i conti con questi specchi che, chi più chi meno, conoscono molto di me.
Sono sicura che un approccio virtuoso attraversi la semplicità. Ci sono passi che sembrano inaffrontabili, complicati, dolorosi: ma la vita stessa ci dimostra che abbiamo le risorse per sopportare l’impensabile. Eppure alcune paure immobilizzano, fanno sentire incapaci, indegni, inadeguati.
Ho ripensato a Giò piccolissimo, che poneva domande immense. Il processo era affrontare ogni argomento riducendolo ai minimi termini, tanto che gli arrivassero le risposte che la sua mente infantile stava cercando. Una buona palestra.
Ci sono sovrastrutture antiche e arrugginite che dettano le condizioni: è assurdo. Abbatterle non è facile, ma forse nemmeno così difficile. È questa la novità.
Ripensarmi ai minimi termini, abbattere o semplicemente evitare le trappole. Sperimentare prima e ragionare, casomai, dopo. Non cercare di abbattere i muri, ma individuarne le crepe.
E, semplicemente, andare avanti. Sola, se serve. Nuda, se serve. Ma avanti. Semplicemente.