Archivio per Maggio, 2018

Vita “spericolata”

Pubblicato: 29 Maggio 2018 in 2018
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Ho deciso: amo il rischio! Esco senza ombrello! In queste giornate di estrema variabilità, inutile consultare le app meteo: ognuna mi dà una risposta differente (ne ho tre).

Quindi guardo il cielo nero nero, ma so che ho ancora tempo. Sono serena, tutto può succedere. Allora penso: quanto vorrei trovare la strada per vivere al massimo. Al massimo del talento, dell’energia, delle mie possibilità. Penso alle righe che ho letto ieri, quelle sulle paure che ci allontanano: da noi, dalle altre anime, dal “è già tutto scritto”… suppongo che la rotta che ho perso, tornerà ad essermi chiara, quando scorgerò nuovi punti di riferimento. Navigo a vista. Prendo un po’ di sole, quando c’è. Mi faccio cullare dalle onde, quando si placa il tumultuoso movimento della (mia) anima. L’importante è non fermarmi. Devo capire. Perché è la mia natura.

Arriva la pioggia. Abbandono le resistenze e la prendo tutta. È un buon modo per sentire. La natura, la vita. Il vento, l’acqua, la danza delle nuvole. Cosa voglio di più per ripartire?

Fuori dal labirinto

Pubblicato: 28 Maggio 2018 in 2018
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È qualche giorno che vago nel disordine. Alimentare, soprattutto. Ma non solo: è come se tutte le certezze fossero state spazzate via. Quello che fino a qualche giorno fa era stato catalogato tra le cose esaminate-capite-rifiutate-o-accettate mi è esploso tra le mani e mi imporrebbe una nuova valutazione.

Solo che non mi va.

Il solito “aiutino” non richiesto: esci dalle certezze. Ripensa alle cose senza dare niente per scontato. Già. Come quella volta (probabilmente l’ho già raccontato). Di un fidanzato che, nell’ultima agonizzante fase della nostra storia, il giorno del mio compleanno si era organizzato per uscire con i suoi amici. E la cosa più grave è che io trovassi tutto ciò NORMALE e ACCETTABILE.

La battuta di una persona ha aperto un varco nella nebbia e mi ha risvegliato, segnando il punto di non ritorno: la storia è finita in quell’istante. E mi sono ripromessa di non accettare MAI PIÙ di essere trattata come un grazioso soprammobile.

Ehm ehm…

Ora. Oggi. Purtroppo ho ancora valutato come NORMALITÀ delle clamorose mancanze di rispetto. Ho ritenuto PIÙ CHE ACCETTABILE accontentarmi. In qualche modo, c’è uno strato solido di terriccio dove semi sbagliati crescono rigogliosi senza essere riconosciuti. Una delle newsletter che ricevo, proprio oggi suggerisce di chiedersi tutti i giorni: “ma tu, chi sei veramente?”

Perché no? Potrebbe essere una strada. Perché siamo tante cose. Viviamo tra colori e sfumature. Altaleniamo tra dubbi e certezze. Un minuto belli, subito dopo brutti. Accasciati dallo sconforto o trasportati dall’energia dell’ottimismo. Grassi, magri, così così…

Iniziare la giornata guardandomi allo specchio e, con sincerità chiedermi: “ma tu, chi sei veramente?”

Non un grazioso soprammobile. Una donna. Che ha ricominciato a vivere. Nei dubbi, nelle sfumature, con un certo ottimismo. Non perdete tempo a indicarmi la strada. Ma camminate al mio fianco condividendo con me la vostra natura imperfetta. Quanto la mia. Nella sincerità. Che è l’unica porta di accesso che mi interessa.

Pareti di carta

Pubblicato: 24 Maggio 2018 in 2018
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Mi ricordo anni fa, per uscire VERAMENTE da una lunga e contorta storia, ho dovuto fare un percorso aiutata da una psicologa. Il grumo da dipanare andava oltre la lunga storia e la mia resistenza a quegli incontri è durata mesi .

La notte sognavo percorsi a strapiombo, stanze buie intervallate ad altre luminosissime, scale a pioli pericolanti e, in fondo a tutto questo, trovavo la persona che doveva aiutarmi che aspettava, paziente.

Oggi, probabilmente, dovrei fare il tagliando. Ho comunque acquisito (preferisco crederci fermamente) una buona capacità di analisi. Che mi permette un certo equilibrio. E di contare fino a 100 prima di reagire.

Ho optato, soprattutto nell’ultimo anno, di procedere più per istinto che per razionalità, riuscendoci spesso.

Premesso tutto questo.

Quando: dopo mesi (anni?) di alternanza buio/luce. Vette progressivamente sempre più alte VS abissi sempre più profondi.

Quando: qualche semino dimenticato germoglia e si vedono le prime timide foglioline.

Quando: si trovano improvvisamente fonti di energia dove fino a un attimo prima non c’era niente (nessuno?).

Quando: la vita invita, come una sirena, a esplorare nuove terre, rassicurante nel suo abbraccio primaverile.

Perché? Mi chiedo: perché? Sentirmi sospesa come dentro una casa in cui pavimenti, pareti e soffitti sono di carta (velina, in certi punti). Tutto è stuzzicante ma devo muovermi con estrema cautela. A istinto, sento di potermi fidare, di poter esplorare il mio nuovo presente.

Non temo il canto delle sirene, non ho paura di naufragare.

Vorrei, però, non sentire quella sensazione fastidiosa di paura di essermi sbagliata. Che un colpo di vento arrivi e spazzi via tutto. E ritrovarmi così, completamente nuda nelle mie emozioni, a dover ripartire.

Ma, alla fine: sarebbe veramente una tragedia?

Perdermi… tra me e me!

Pubblicato: 21 Maggio 2018 in 2018
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Non perderti. Provaci. Vai a trovare il posto che stai desiderando. - Natsuki Takaya

Non perderti. Provaci. Vai a trovare il posto che stai desiderando. – Natsuki Takaya

Tra una pioggia e un temporale, a fatica, si intravede la primavera. Per fortuna ci sono i profumi e i colori che investono con prepotenza.

Ieri, per smaltire un improvviso e inaspettato strappo al cuore sono uscita: avevo qualche residua manciata di passi per arrivare ai ventimila (d’obbligo nel fine settimana) e, naturalmente, mi sorprende l’acquazzone. Individuo un albero enorme, dotato di chioma foltissima, e mi ci riparo sotto. La solitudine dura poco, purtroppo: in fondo, la pioggia, la chioma, la distanza da casa, l’incertezza del momento era quello che mi assomigliava di più.

Oggi sono ripartita più forte, grazie a quello strano strappo al cuore che mi ha catapultato in un viaggio che, fino a ieri, ignoravo di dover fare.

Oggi mi sento in bilico. Sento la parte più selvaggia di me che scalpita, che vorrebbe rompere le catene e vivere, assaporare la vita nella sua pienezza, gioire dei colori senza sfumature, approfittando del mondo senza limiti, barriere, sbarre. Poi, l’anima ragionevole interviene, calma, coccola, rassicura: è la primavera, ragazza! Quindi vivi e assapora ma senza fare cavolate.

Metto comunque le emozioni alla guida e spero di raggiungere l’equilibrio. O, in alternativa, di perdermi definitivamente.

Oltre l’incertezza

Pubblicato: 12 Maggio 2018 in 2018
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‘Che c’è?’

Lacrimuccia facile, oggi.

‘Perché?’

Non saprei, veramente. Tante cose insieme, penso. Fisicamente, pago le poche ore dormite. Immagino.
Ma non ne risento troppo durante il giorno.

Sai che c’è? tante cose si stanno muovendo, scuotendo, ma non riesco ad uscire dal mondo delle incertezze. Ho bisogno di passeggiare altrove, ca..o!

‘E chi te lo impedisce, scusa?’


Vaff… ! Lo so già, grazie!

Allo specchio, non mi guardo più, per evitare distorsioni. Al futuro, non ci penso più, per evitare illusioni. Il passato, pesa come una mina inesplosa o, se vuoi, parzialmente esplosa. Vorrei disfare le maglie delle scelte sbagliate e insieme riavvolgere il gomitolo fino a sentire viva quell’autenticità totale: SONO IO, ECCOMI! E mostrarmi per quella che sono e vedermi per quella che sono e amarmi, per quella che sono.

Sono riuscita a scegliere di avere intorno persone che hanno la straordinaria abilità di farmi sentire trasparente. Avrei voglia di scuoterle e gridargli in faccia: PERCHE’?! Sono sempre io quella sbagliata? La risposta è SI.

Vittima e carnefice insieme.

Non importa. Mettendo insieme tutto, compresi i consigli di un Amico, è giunto il momento dell’azione, quella vera. Apro le finestre, che fa sempre bene. Respiro. Via le lacrimuccie e avanti un bel sorriso. Parto dalla base: ‘Io Penso Positivo perché son vivo perché son vivo…’ e felice di esserlo. Aggiungo. L’amore nelle varie forme e tonalità. Vicino e lontano.

La strada nuova, da percorrere con passione e curiosità. In definitiva, non ho idea di dove mi porterà.

L’allegria, da cercare sempre e comunque, perché rimane la scelta migliore. Accantonare le delusioni, non ci posso fare nulla se non perderci ulteriore tempo e energia e, veramente, non ne vale la pena.

Di tutto quello che mi succede, tenere viva l’esperienza: perché è quella a fare la differenza. Le emozioni, quelle non deludono mai!

Il coraggio, quello sì, quello lo devo trovare, per dare corpo a quell’idea e cercare quella storia che da qualche parte, in me, gioca a nascondino; e buttarla fuori, finalmente. La storia.

Quindi basta a pensieri e ragionamenti (nei limiti che la mia natura mi permette…). Basta cercare di raddrizzare situazioni irrecuperabili. Quello che posso toccare è quello che ho. Né più né meno. Oggi. Non ieri, né domani.

La notte è piccola

Pubblicato: 9 Maggio 2018 in 2018
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Non ricordo a che ora sono crollata. Ma sicuramente alle quattro e mezza ero completamente sveglia. Ci ho provato a ingannare la realtà, ma l’idea di tutte le cose da fare prima di uscire ha preso il sopravvento e pace! Giù dal letto e diamo il benvenuto al nuovo giorno. L’alba è ancora lontana, ma gli uccellini sono già attivi e questo mi fa sentire meno sola.

Fatto tutto e anche di più. Posso partire. In metro ho optato per la musica. Una casuale playlist particolarmente godibile ha supportato il mio già evidente buonumore. Bohemian Rhapsody versione live è in totale sintonia con la mia giornata, tanto che mi verrebbe voglia di ballare.

Evito.

I pensieri di sempre sono parcheggiati nell’area della Speranza, per sempre o fino a quando la rabbia o lo sconforto prenderanno il sopravvento. Oggi non me ne curo. Sono invece attirata dal dialogo che osservo tra una bambina e sua madre. Penso che i bambini comunicano con tutto quello che hanno: parole, sguardi, gesti. La ricerca continua di un contatto fisico serve, probabilmente, a individuare i confini del loro mondo che, giorno dopo giorno, si allarga sempre un po’.

Poi penso a Giovanni, che comunica da oltre il suo muro, con quegli splendidi occhi che lanciano stilettate raggelanti, talvolta. O piene di tracce di fragilità a cui, però, raramente permette di avvicinarmi. Poi, succede, che il Giò di sempre torna, e lo sguardo va in sintonia col sorriso e finalmente si può parlare. Adolescenza.

Poi ci sono gli adulti, che molto spesso comunicano nascondendosi: nei formalismi, nelle bugie, nell’ostinata volontà di proiettare un’idea di sé. Inutilmente. Abbiamo tutti le chiavi per smascherare l’intruso, anche se a volte ci ostiniamo a non volere vedere. A sperare.

Banale augurarsi di conservare vivo il bambino che siamo stati il più a lungo possibile. Aprirsi al mondo con spontaneità e fiducia. Accettandone rischi e vantaggi. Uscire da angolini che sembrano rassicuranti ma che, in realtà, soffocano quello che di più bello abbiamo: la nostra anima.

Buongiorno mondo!

Pubblicato: 8 Maggio 2018 in 2018
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Buongiorno!

Pensavo peggio. Prendere la metropolitana dei pendolari non è così *** come credevo.

A volte con la musica. A volte un libro. Altre semplicemente i miei pensieri. Come oggi. Poi finalmente trovo un buco “strategico” per aspettare la mia fermata. Ma quando lo vedo capisco subito che la mia voglia di silenzio non sarà rispettata. E infatti.

Arriva prima la puzza d’alcol e sigaretta che la domanda. Il sorriso con qualche dente superstite è comunque aperto, sincero. Il tizio è polacco. Dice di essere in borghese e che deve andare a Napoli per una importante missione. Mi fa intravvedere il retro del biglietto ATM spacciandolo per tesserino. Poi farfuglia qualcosa sulla mia bellezza e scende.

Mi ha regalato un sgangherato sorriso, complimenti misti ad alcol, ma sono solo le otto di mattina.

Un buon modo per cominciare la giornata. Forse…

Non è (necessariamente) vero

Pubblicato: 6 Maggio 2018 in 2018
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Che la vita sia una ruota: oggi sono giù ma, vedrai, abbi pazienza (o fede), e quando meno te lo aspetti ti ritrovi su, e tutto andrà bene.

Non è nemmeno detto che se uno è una Merda (ehm ehm, chiedo scusa…) alla fine pagherà il conto, basta aspettare sulle rive del famoso fiume per vederne, prima o poi, transitare il cadavere.

È assolutamente falso che dopo un periodo difficile ne segua uno luminoso. Può essere, ma anche no. Potrebbe arrivare una tregua. O potrebbe crollare il mondo.

Non è che se hai amato la persona sbagliata, hai sofferto tanto/poco/tantissimo la persona che, prima o poi, incrocerà il tuo destino, sarà la persona giusta e ti farà capire, finalmente, il significato della parola Amore…

No.

Proprio no.

La vita non è un foglio di calcolo, non ci sono operazioni matematiche, l’ottimismo bisogna trovarlo dentro di noi; oppure possiamo decidere di lasciarci andare al pessimismo. Sono scelte, e nessuna delle due porta verso il bene o verso la sofferenza. In entrambi i casi sono possibili le due opzioni.

Non è necessariamente vero che siamo sempre capaci di imparare la lezione. Se (finalmente) riusciamo a svuotare lo zainetto dalle zavorre dolorose, siamo pronti a riempirlo nuovamente alla velocità della luce.

È assolutamente assurdo, ma vero, che se anche condividi un’esperienza emotivamente forte, provi raramente le stesse emozioni.

Oggi va così: mi piacerebbe che la ruota girasse, che il mio nemico passasse davanti a me lungo il fiume; vorrei vedere la luce in fondo al tunnel, e vorrei capire, alla mia tenera età, il significato della parola Amore.

Trentotto e mezzo

Pubblicato: 3 Maggio 2018 in 2018
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Due giorni fa. Quando tutto costa fatica è ovvio che c’è qualcosa che non va. Non so se è il potere che sprigiona un’enorme montagna di capi da stirare… e che ho rimandato giorno dopo giorno dopo giorno… trovando sempre qualcosa di più interessante da fare… ma oggi no, non posso trovare altre scuse, devo stirare…. ma sono senza forze… due minuti e attacco… quasi quasi misuro la febbre.

Trentotto.. cazzo! Noooooo! Non è il momento!! Ora mi riposo, mi riempio di aspirina e domani sono a posto, come se non fosse successo niente.

Ieri. Mi sveglio e capisco che non è tutto a posto, come se non fosse successo niente… la febbre è salita ancora un po’, l’energia è al minimo, qualunque luce insopportabile.

La cosa peggiore, in questi casi, con il corpo ridotto a dolorosa zavorra, è la testa che inizia, incontrastata, viaggi assurdi: tutti i piccoli demoni (insicurezze, paure, paranoie, …) si ritrovano e mi portano su e giù ad accarezzare quello che non voglio sentire, ad assaggiare sapori che non voglio mangiare, a viaggiare in terreni che non voglio esplorare. Se mi ribello è addirittura peggio! I piccoli demoni si uniscono, deridono, ridono e, insieme, ricominciano a spingermi verso un lungo angosciante viaggio.

Oggi. Finalmente la febbre è scesa. Corpo e energia stanno cercando di recuperare. Un altro chilo se n’è andato e questo non va bene. Ma sono le circostanze, immagino, spero.

Mi sento molto più debole di due giorni fa, non fisicamente. Improvvisamente, tutte le certezze su cui ho lavorato sembrano essere crollate. Non trovo appigli, mi sento persa. Sai che c’è? Raduno i piccoli demoni, oggi sono tornata io la più forte. Un bel vaff…..! e torno alla guida. Il viaggio continua!