Cerco sempre di “aggiustare” le situazioni, anche le più sgradevoli, in modo da renderle comunque accettabili.
In alcuni casi, questo atteggiamento mi ha salvato: non mi sono lasciata travolgere. Ma dare “dignità” allo squallore è stato (ed è) controproducente. Ci sono momenti, e persone, veramente negativi. E trovare il bene ovunque, o in chiunque, falsa la realtà, ed è facile ritrovarsi in gabbia.
Mi piace, in tutte le esperienze, crearci intorno un habitat emotivo che renda quello che faccio del tutto mio. Mi piace arrivare la sera e poter dire senza vergogna: sono felice!
In queste settimane ho dipinto il mio quadro aggiungendo ogni giorno un colore differente. Ho “creato dei legami”, cercato nuovi percorsi, assaggiato nuove atmosfere.
E, sarà stupido, ma uno dei momenti migliori della giornata è la mattina, dopo la passeggiata e prima del caffè: passare sotto la finestra di una anziana signora, sempre in camicia da notte bianca, lei che guarda fuori io che le sorrido; allora lei, timidamente, ricambia.