L’immagine è ancora nitida, e dolorosa: una nonna che guarda il bambino impegnato nei suoi giochi in un periodo difficile per tutti. Lo guarda con incomprensibile disprezzo e si confida con me: “Ah.. guardalo! Farà una brutta fine se continua così!”
Io che lo guardo con tutto il mio amore e mi chiedo cosa vede che io non noto. Ma la nonna viaggiava già in una dimensione astratta, piena di ricordi confusi, la realtà non era contemplata.
Oggi, lo stesso disprezzo, un’immagine simile. Il bambino è un ragazzo, i giochi sono cambiati. La nonna non c’è più. Io che lo guardo con un amore sempre più grande e mi chiedo perché. Perché la visione distorta da deviazioni ormai senza possibilità di ritorno hanno capovolto il mondo. Il bambino è l’adulto, l’amore è rabbia, la speranza è morta.
Non c’è una fiammella che scuota tutto e renda improvvisamente chiaro chi è da proteggere, da amare, da accompagnare in una vita senza paura?