La lotta con le parole mi ha immobilizzato venti minuti, tre opzioni, tre colori molto diversi. E l’impatto che ognuna di queste parole aveva dentro di me. E immaginare le espressioni di chi avrebbe letto. E l’impatto che queste espressioni avevano dentro di me. Non sono riuscita a scegliere.
Ho abbandonato le righe che ho scritto fino a quando avrò capito che sono “solo” parole, non si tratta della mia vita!
Oggi ho fatto la scelta più giusta che andava fatta, per poi sentire che no, non mi rendeva proprio felice. E sono tornata indietro, sorridendo di tutta questa incoerenza, sapendo che non si tratta della mia vita, ma di un tratto di strada estremamente mutevole, disseminato di attrattive e pericoli e io, salterellando qua e là, spesso cado. Ma poi mi rialzo.
Io non lo so, esattamente, cos’è la mia vita. Il che potrebbe essere giudicato grave, a questo punto. Nessun percorso lineare da seguire per raggiungere il tramonto. Nessun luogo mi aspetta nei weekend. Giusto la Martesana, in transito. E tutto questo, fino a poco tempo fa, mi provocava un senso d’ansia. E di fallimento.
Oggi sento la ricchezza della vita che sto vivendo: l’ebbrezza del cambiamento, la continua scoperta di sfumature e di nuovi territori da esplorare. Nuove forme di amicizia, nuovi desideri inconfessabili. Guardando solo verso l’unica direzione possibile.