Metropolitana. Una ragazzina che va verso la scuola. Circondata da tanti ragazzini come lei. Cerca una posizione tutta sua, al riparo dagli sguardi del mondo. Piange. L’ho capito dopo.
Raggiunta da un’amica, si sente evidentemente protetta e si lascia andare. Abbracciata, ritrova quasi un sorriso.
Ho volutamente tenuto le cuffiette, e la musica al massimo. Non volevo curiosare nella fragilità. Ma ho pensato.
E immaginato. Un ragazzino che esce da casa con il sorriso di sempre.
Ma che una volta solo sente il peso di una famiglia che non cambia mai. Che esplode per ogni piccola stupida inezia. In maniera fragorosa, esagerata. E lo sottopone sempre allo stesso copione. E lui che vorrebbe solo crescere nella tranquillità, che vorrebbe ridere, sognare, com’è giusto alla sua età; e sempre. E girare, viaggiare, conoscere il mondo. E parlare. E trovare, nei fatti, qualcuno in grado di sostenerlo senza giudizio. Rassicurarlo. Amarlo semplicemente. Perché tutto passa, anche l’adolescenza. Perché se non si perde ora non si perderà mai.
E io che vorrei esserci sempre, che vorrei prendermi tutto il dolore ma so che non funziona così. Spero ci saranno intorno a lui gli amici che, rassicurandolo, sostengano il suo sorriso. Perché tutto passa. Anche tutto questo.