Là, dove vivo io, è un posto molto particolare. Non si tocca terra: si fluttua. Si vaga. Unico carburante: le emozioni.
Il problema è che non sempre ci si trova nella condizione ideale di avere a disposizione un serbatoio emotivo cui attingere per continuare il viaggio.
Non ditelo in giro… non conosco l’entità della pena. Si, perché io, tante emozioni le RUBO.. ho una dipendenza tale dalle emozioni che mi fa girare alla frenetica ricerca della mia dose quotidiana. Mi piace provare quella trepidazione interiore, quel turbamento che mi fa sentire sempre un po’ oltre. Che rende accettabile un po’ tutto, perché io so come stare bene.
Però.
È giusto?
Quando intercetto emozioni non mie, io continuo a volare, a essere oltre, a guardare un orizzonte sempre più lontano e possibile. A sentirmi da Dio! A volerne ancora, e sempre di più e sempre più forti. Ma le persone che rimangono senza? Posso volare infischiandomene di tutto?
Scusatemi. Io ci provo tutti i giorni. Tutte le mattine decido di fare la brava. Di guardare altrove. Di scoprire nuovi territori. Nuovi serbatoi. Ma non sono così forte. Dopo un po’ sento il vuoto dell’astinenza. E tutto diventa nuovamente accettabile. Il furto. Mi impegnerò. Ma non garantisco.