Lambrate. Direzione…. tanta roba…!
Io con la mia musica, le mie aspettative, le mie paure sono fastidiosamente nuda. Non andrei in nessun altro posto. Ma non vuol dire che sia facile.
La signora mi siede di fianco. Per me non esiste. Come nessun altro. Nemmeno Milano. Solo una coppia di bambini riesce a raggiungermi. La sorellina, più grande, è identica a me alla sua età. Il fratellino assomiglia a Giò. Impressionante.
La signora inizia ad agitarsi. Mi costringe a guardarla in faccia. Spengo la musica. È chiaro che non è abituata a sorridere. Imprecando si alza e rispondendo alla mia espressione facciale interrogativa mi dice: “ma che cavolo fa quella signora lì, come si permette??”
Cerco di mettere a fuoco la situazione. Continuo a non capire. “Stava filmando tutti noi!” La colpevole è una turista. Sono superficiale, non avverto il pericolo. Provo a dire che avrà voluto un ricordo da riportare a casa, è chiaro che le do fastidio anch’io. “C’è la privacy, cazzo! Non lo può fare” mi chiedo solo cosa avrà mai da nascondere, proteggere… ma ecco che cambia bersaglio. Una ragazza che sale con il cane e lei l’avverte di non avvicinarsi. La ragazza la guarda senza capire, non le risponde nemmeno. Certe persone mi fanno pena, con tutti questi muri a protezione dal mondo.
Arrivo alla mia fermata. Scendo. Nemmeno un caffè nei dintorni. Ok. È arrivato il momento. Il mio momento.