Archivio per Maggio, 2019

Ciao S.

Pubblicato: 31 Maggio 2019 in 2019
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Abbastanza lontana da non infastidirti? Non ho ben capito cosa ti abbia tanto irritato. Rispetto la tua rabbia, e ti starò lontana.

Non mi scuso se preferisco guardare le persone in faccia, vedere gli occhi che ridono, o si fanno lucidi, o emanano amore. Non mi scuso se mi piace vedere le emozioni e non affidarle alle faccine di un cellulare. Non mi scuso se penso che il tempo passato insieme abbia immensamente più valore di una telefonata. Se mi sento più a mio agio persino a mandarti a.. quel paese guardando il tuo volto, e ricevere un vaffa… di risposta.

Vivo già troppo spesso in dimensioni tutte mie, accompagnata dalla velocità schizofrenica delle parole, compiendo viaggi psichedelici in cui tutto si mescola: parole, emozioni, lacrime, risate. Istantanee di realtà entrano in me, provocano viaggi nei ricordi, nelle speranze, in un futuro (im)possibile e tutto viene centrifugato e esce pieno di pieghe che non posso stirare, perché è in quelle pieghe che io vivo.

S., sono tutto questo. Ho voglia di toccare e essere toccata, stranamente. Sto lavorando sulla distanza. E non mi scuso.

Ho inseguito farfalle colorate

Pubblicato: 23 Maggio 2019 in 2019
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La mia serata è arrivata: totale libertà, cena procurata al rientro, due chiacchiere affettuose.. nessuna regola, nessuna incombenza…

Appena atterrata sul divano, in cazzeggio libero, la tua faccia strana, occhi lucidi e il poco rassicurante: “Spegni tutto, ti devo parlare”. Sento i primi sassolini di una frana che a breve ci sotterrerà, cerco invano una via di fuga, ti sorrido comunque…. “dimmi tutto”

Respiro. Ascolto. Ti consolo. Tengo a freno quel sottofondo di rabbia. Vedo tutto complicarsi con impennate di sconforto, scontri inevitabili, desolazione. Voglio che tu sappia che sarò sempre dalla tua parte.

Rimango da sola. Penso. Mi sembra tutto tanto lontano, improvvisamente. Con quale forza posso riordinare questo casino? Ho inseguito farfalle colorate, pensavo fosse un mio diritto; riappropriarmi delle emozioni, respirare desideri lontani e dimenticati; giocare al di fuori di tutto, perché so come ci si sente dentro, e dentro non ci voglio più stare. Ma se il prezzo lo paghi tu, allora no.

Di nuovo la notte, dormo poco e male, l’affluenza costante di domande, direzioni opposte, sensi di colpa, è l’uscita di questa giornata tanto bella e tanto brutta. L’alba mi accoglie rassicurante: hai tutto il giorno, svuota la testa e sorridi.

Riparto.

PS: ho appena ricevuto una notizia bellissima… that’s the way it is…

TILT!!

Pubblicato: 22 Maggio 2019 in 2019
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La comunicazione non è sempre facile. Chat. Audio. Digita digita, ascolta e rispondi, fino a consumare le dita!

Mi racconti tutto, fai quadrare tutta la tua disperazione in quel castello di razionalità che, però, è il tuo di castello.

Io che cerco di farti sentire un’ipotesi alternativa, perché non è sempre il caso di rincorrere la logica. Perché alla fine tocca pure fidarsi di qualcuno, se si vuole vivere. Ok, anch’io ho qualche difficoltà a dare fiducia… okay okay… abbastanza sempre… ma non si sta parlando di me. E poi! Metti qualche paletto, cazzo! Non puoi contare così poco per te!

Ma non ti fermi, in questo delirio di messaggi, mi chiedo se leggi le mie risposte, e se capisci a cosa mi riferisco, visto che io cerco di darti pensieri articolati mentre tu spari a raffica, una mitragliatrice senza pietà, e mi costringi a scrivere una cosa ma pensare già a quella successiva, non sono sincronizzata né con te né con me stessa…

Basta!

Ti fidi di me, dici. Ma contesti tutto quello che è fuori dalla tua logica. Più mi impegno a farti allargare la tua visione più ti sento innervosirti, penso che se insisto, molto presto farò parte di quel quadro che congiura contro di te.

Stop!… mi arrendo.. alzo le mani… e non digito più!!

Sarà

Pubblicato: 20 Maggio 2019 in 2019
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Sarà che è lunedì, e piove… ancora!

Sarà che non ci si sveglia sempre con il piede giusto… o sono i calli che dopo tanti passi iniziano a farmi un po’ male…

Sarà che l’appuntamento di oggi è andato meglio di quanto previsto, che mi aspettavo una gentile ramanzina e invece no, quasi quasi mi ha fatto i complimenti per il lavoro fatto…

Io che ti prego, ti imploro di vedere chi sono veramente, e di aiutarmi a trasformare “il mio giochino” in una strada vera e propria.. solida…

Perché è troppo tardi per tornare indietro, perché il mio cuore vede solo parole, parole che sfrecciano, mi colpiscono, scappano, da riordinare, da… disordinare…

Riprendo i miei passi, estremamente sola, tra me e il mondo pensieri nervosi e musica a tutto volume… qualche venditore di ombrelli o calzini vorrebbe chiacchierare con me… ma almeno uno di noi è dentro un acquario… aprono la bocca come i pesci e non mi arriva la voce.. scusatemi, non è giornata: nessuna empatia, nessuna emozione.

Le catene che ho scelto, oggi, non mi immobilizzano più in una vita che non voglio. Al contrario. Mi impediscono di tornare indietro, mi legano stretto stretto a chi sono.  Ai miei passi, alle mie parole, al mio aspetto, alle ondate di emozioni.. a tutto quello che mi indica la direzione. A quel che è. A quello che sarà.

Lancio il sasso..

Pubblicato: 17 Maggio 2019 in 2019
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gioco della campana
“” by Geekly is licensed under CC BY-NC-ND 2.0

..e il sasso si frantuma in mille pezzi; inizio a saltare su una gamba sola e li raggiungo, tutti, uno dopo l’altro, ma non li raccolgo. Seguo unicamente un percorso, come pollicino, che è solo una delle mille possibilità. Perché ad avere tutto chiaro mi verrebbe l’angoscia.

Dinamica, si direbbe oggi: un pezzetto di strada che ha senso solo in relazione al pezzetto precedente. Punto.

Raggiungo il cuore della città e ogni volta mi sorprende l’emozione: esco dalla metropolitana e mi trovo faccia a faccia con il duomo in tutta la sua bellezza primaverile (ma anche invernale, autunnale, estiva…): mi esplode dentro! Mi butto in galleria, insieme ad altre centinaia, migliaia di persone, e guardo laggiù in fondo, poi più in alto, vengo investita da tanta bellezza.

Di fronte a tutto questo la rabbia e il lamento inizio a non ascoltarli più. Guardo i turisti che fanno tutti le stesse cose, sempre uguali eppure sempre un po’ speciali. E’ l’esperienza che rende unico un rito collettivo.

Ripenso alla giornata. Anche la mia passeggiata mattutina è stata unica, lungo un Naviglio che ho percorso tante e tante volte ma è sempre un po’ diverso. Penso alle parole che ho letto, quelle ho detto, ascoltato e scritto.

Penso che domani sarà una giornata bellissima, anche se pioverà, starò seduta per ore chiedendomi quanto sono in grado di andare avanti in questo viaggio.

Penso che stanotte, come tutte le notti, crollerò senza certezze. Probabilmente mi sveglierò con il buio, e vedrò nitidamente una piccola, tremolante luce e la seguirò, felice.

La solita musica

Pubblicato: 14 Maggio 2019 in 2019
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“About that Smile” by MTSOfan is licensed under CC BY-NC-SA 2.0

Parlo col figlio che mi dice che no, con lui proprio non ci parla. Poi arriva il padre: altre parole, stesso significato. Soliti discorsi, solite parole, solita musica. Penso alle parole che potrei dire all’uno e all’altro ma anche nel mio caso sono parole già dette, trite e ritrite.

Quindi esco per esplorare il terreno: chissà se nei miei passi è visibile quella strada che sto cercando da un po’. Mi fermo, chiudo gli occhi e mi vedo accompagnata davanti a uno specchio, completamente nuda, con qualcuno che mi guida alla scoperta della bellezza, quella bellezza che continuo a rifiutare, accecata dai difetti.

Poi penso alla successione di eventi che ha portato nella mia vita meravigliose esperienze che mi stanno conducendo semplicemente oltre: oltre la mia storia, oltre la mia esperienza, oltre le mie paure. Forse oltre quella cosa chiamata talento. Sicuramente oltre a queste cinque parole: “Io non lo so fare”.

Perché quelle cinque parole sono state la catena che mi ha impedito di volare. Oggi non significano più niente, sono una lingua sconosciuta, dimenticata. Oggi vale l’esperienza. Vedere la porta che mi permette di scappare e ignorarla, misurarmi completamente e accogliere parti di me mai viste.

Mi sento speciale. Non è tutto perfetto, anzi. Ma è tutto veramente straordinario. I livelli di esplorazione sono molti, gli stimoli infiniti. Un giorno sarò completamente io, per tutti. E la solita musica sarà, spero, un sottofondo impercettibile. Troverò quello specchio e vedrò quella bellezza. Difetti compresi.