
Una brezza delicata smuove appena i rami più alti degli alberi del giardino… Eppure arriva travolgente, accarezza la mia pelle e mi accorgo di un piccolo squarcio nell’armatura, frammenti di cuore pulsano, e danzano, e per un attimo è rassicurante: quindi VIVO!
No, non posso, non voglio, non devo. Prendo tutto il necessario, la miscela di rabbia e sfiducia e richiudo tutto, ricreando la zona di sicurezza in cui l’ingresso è a invito esclusivo.
Forse sono sempre stata così, in fondo. Mi hanno sempre detto che sembro fredda, distante.. e anche peggio… E io che mi sento travolgere da tsunami di emozioni e che ho bisogno di tempo, per elaborarle e sistemarle nella mia vita, mi sono sempre chiesta come fosse possibile che il mondo mi vedesse così: non traspare questo groviglio emotivo? No, evidentemente.
Oggi non me ne preoccupo più.
C’è chi riesce a vedermi veramente. Chi mi ascolta. O mi fa ridere. Chi sa aspettarmi. Chi compare per un attimo e poi sparisce. Ma è l’attimo giusto da condividere. E poi c’è il vento. Che arriva, smuove tutto e poi si placa. E ho bisogno anche di questo.