
Quest’anno ce l’avevamo quasi fatta a passare indenni questo Natale… E invece no! Arrivato il conto, salato come spesso succede.
Ho deciso che era arrivato il momento di fare pulizia: la mia scrivania, stracolma di cose, passate e presenti, aveva bisogno di essere liberata. Come la mia anima! E ieri notte, complice una litigata di quelle serie, mi ha fatto decidere: questa notte non si dorme, si affronta questa montagna.
Ho camminato per migliaia di passi, tra la scrivania e la spazzatura, in cucina… Perché ogni cosa che valutavo doveva avere una destinazione, mi faceva sentire bene. Ogni volta che conquistavo qualche centimetro lo pulivo per bene, cercando di eliminare tutta quella polvere che non mi appartiene più. Arrivata la mattina, la situazione era decente.
Ai fianchi della scrivania ci sono due cassettiere con ognuna due grandi cassetti. Anche lì dentro ci sono cose accumulate in vent’anni vita. Ho bisogno di spazio, e lo devo recuperare lì dentro. È stato un viaggio interessante. Frammenti di G bambino, di P innamorato, lettere di auguri per qualche compleanno importante, parole degli amici quando è morto mio papà. Ed è stato lì, parola dopo parola, frase dopo frase, in un mondo che non mi appartiene più, ma di cui ho riconosciuto qualche traccia dentro di me, a smuovere un sentimento, a cui non riesco a dare un nome. Ringrazio quelle lacrime, che sono scese copiose, liberandomi.
È stato stupendo piangere, ora si può voltare pagina.