
Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo. E a subirla ti senti ingannato, beffato, umiliato.
ORIANA FALLACI
Mi stupisco sempre quando quel famoso social segue i miei umori sparandomi aforismi e citazioni in linea con i miei umori.
Detto questo, mangiata anche questa ciliegina su una torta amara, devo andare oltre. Non sono ancora arrivata al famoso punto zero, quel momento in cui non si vince, non si perde, ma si riparte. (…) Si chiama giorno zero perché quello che segue lo zero è sempre un inizio e negli inizi non si conosce sconfitta.
Mi rendo conto che c’è ancora pulizia da fare, scorie da eliminare. Non sono una fragile bambola di cristallo, sarei stata pronta a confrontarmi con la Verità. Non faccio nemmeno la guerriera spartana, figura che mi intristisce molto, troppo lontana dalla (mia) realtà. No.
Sono semplicemente una donna, in un momento complicato. Devo cercare nuovi punti cardinali, allontanare la nebbia della delusione e ricordarmi chi sono. C’é sempre una Luna, a guidare il mio percorso. E non è solo un tatuaggio sul mio braccio, ma molto di più. Non ho ferite da leccare, ma è come se ci fosse un buco imprevisto che solo ondate di nuova vita, nuove emozioni, potranno colmare. Le grida o i silenzi non mi appartengono più. Sono in grado di parlare. Sono in grado di ascoltare. E se mi ci impegno posso persino abbracciare. E essere abbracciata. Riparto da qui. Da tutto quello che mi fa sentire VIVA.