Passo 5

Pubblicato: 26 agosto 2022 in 2022
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La città piano piano sta tornando alla normalità. Le serrande abbassate, con i loro cartelli “Chiuso per ferie”, che nei giorni scorsi contribuivano a darmi quel comodo senso di sospensione, si stanno progressivamente aprendo, molte in questo fine settimana… chissà perché.

Sul tavolino c’è quel libro che sto leggendo, che dovrei finire presto, che un po’ mi piace e un po’ mi angoscia, proprio come la mia vita, in questi giorni.

E poi cammino, e poi c’è G., e poi c’è Romeo, e tanti buoni propositi. Quando esco con Romeo, e lo vedo che non ce la fa, rimpiango i giorni in cui tirava il guinzaglio fino a farmi venire il mal di schiena. E so che quei momenti non ci saranno più. E quindi cammino al suo fianco, rispetto i suoi ritmi e rispondo ai suoi sguardi. E cerco di trattenere quella lacrima che brucia dentro.

Penso a G., alle prove che lo aspettano, e chiudo gli occhi, sperando che vada tutto come deve andare.

E penso a me, che non riesco a smettere di sperare, e sognare. Ho lasciato andare molte persone, e non so perché. Probabilmente c’è un momento in cui bisogna essere soli. Per poi ripartire.

Passo 4

Pubblicato: 24 agosto 2022 in 2022

Fin qui tutto bene

Passo 3

Pubblicato: 23 agosto 2022 in 2022
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Mmmhhh…

Hai presente quando imposti il navigatore per raggiungere un posto ma non appena inizia a dare indicazioni inizi a contestarlo?

Ecco… riassumendo, la mia giornata è andata così. L’elenco delle attività, che ho scritto ieri sera, l’ho totalmente ignorato, non ho proprio aperto il quaderno. Ma ho “fatto cose” tutto il giorno. Quindi, sono soddisfatta.

La durezza che disegnava il mio volto ha iniziato ad addolcirsi. Ho intravisto scorci azzurri nel mio cielo ancora pieno di minacciose nuvole nere. Qualche sorriso qua e là, e la voglia di cantare sottovoce.

Ho sbandato più dei giorni precedenti, mentre camminavo. Io la vedo così: meno rabbia e la zavorra più leggera mi spingono a dover cercare un nuovo equilibrio.

Passo 2

Pubblicato: 22 agosto 2022 in 2022
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Meglio essere realistici: i buoni propositi rischiano di infrangersi in quello spazio compreso tra il divano, lo smartphone, me.

È necessaria una strategia di attacco che mi permetta, questa sera, di non sentirmi addosso quel senso di frustrazione che mi ha tenuto compagnia tutta l’estate. L’idea c’è. Ma prima devo affrontare un altro problema. L’Ansia.

È una morsa che stringe forte, stritola da dentro, annulla ogni razionalità e crea il posto ideale in cui i fantasmi peggiori fanno del bullismo con la parte più fragile.

Girarsi dall’altra parte e far finta di niente non è la strada. Si dice che tutto serve. Anche l’ansia. Conviene riconoscerla e “dialogarci”, fino a quando allenterà la sua presa.

Quindi. Prendo un quaderno. Nella prima pagina scrivo la data di oggi. E stilo un elenco di ciò che vorrei fare entro sera. Poche regole: scegliere attività che riguardino tutto il mio mondo; prevedere dello spazio quotidiano per il movimento; disseminare qua e là qualche coccola (cioè trasgressione); se non completo la lista non sentirmi fallita.

Punto.

A ora di pranzo avevo completato solo due punti. L’ansia cresceva, come la certezza di franare nel baratro del fallimento. Ho iniziato a cercare scuse. Ho riletto la lista.

Non è finita. Riprendo il quaderno, rileggo i punti e mi metto in azione. Ho accantonato le inutili zavorre del giudizio concentrandomi sulle attività, una alla volta. E ho finito quasi tutto. E per oggi va bene così.

Adesso basta!

Pubblicato: 21 agosto 2022 in 2022

Ultima domenica di pace. Il silenzio della città semivuota è l’unica compagnia che desidero. La mattina non c’è troppo caldo. La musica a un volume accettabile, bella ma non sempre, playlist preconfezionate dall’app perché sono insofferente e ho bisogno di esplorare nuove armonie.

Dopo un mese e venti giorni di palude sono arrivata molto oltre il limite accettabile. L’estate è quasi finita ma io ho l’impressione di aver vissuto sempre più o meno lo stesso giorno, come nel famoso film “Il giorno della marmotta”, ma al contrario. Mentre il mondo intorno a me andava avanti, viveva, riempiva di esperienze zaini e valigie, l’unica ferma e inconsapevole sono stata io.

I giorni sono passati davanti ai miei occhi senza idee né creatività. Avrei (e ho) solo buttato bombe per distruggere quel poco che mi sopporta. E supporta, se e quando può. Ma la realtà è che se oggi, domenica 21 agosto, voglio sentire il suono della catena che si spezza, e riuscire a fare qualche passo fuori da questo ciclo di nulla infinito nessuno può aiutarmi. Semplicemente perché non lo permetto, ho scavato un fosso, io qua e voi là. E la realtà è che ho bisogno di uscirne.

Ho iniziato a respirare, senza pause, senza trattenere l’aria. Semplicemente respirare, sempre più profondamente. Ho ripreso un filo interrotto e iniziato a camminare, con energia e cattiveria, ma sentendomi improvvisamente leggera come da tempo non mi sentivo. Non c’è ombra di un sorriso e, per quanto me ne rendo conto, capisco che è semplicemente così: ho fatto il primo passo, sono troppo vicina alla palude e lontana dalla vita. Ma ho fatto il primo passo.

A che punto sono?

Pubblicato: 25 luglio 2022 in 2022
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Il caldo feroce di questi giorni blocca il corpo ma non la testa che macina pensieri ed emozioni a un’inutile vorticosa velocità che spesso mi porta in territori nemici, ostili. Nonostante l’età, non ho ancora imparato a spegnere, disinnescare, fare pulizia. “Tutto serve…”, dicono. Non ne sono convinta.

Io, come molti, sono uscita con le ossa rotte dalla pandemia. C’è stata una rivoluzione e io non avevo un piano B. Ho nuotato seguendo la corrente in attesa di tempi migliori. Ho accettato quello che è arrivato e non mi posso nemmeno lamentare perché, in tutta sincerità, ho avuto fortuna.

Ora il cerino è tornato in mano mia. E, nonostante la mia età, continuo a chiedermi: “Qual è la rotta? Qual è la direzione?”. Mi rifiuto di sentirmi fuori tempo massimo come probabilmente molti pensano. Vorrebbe dire abbandonare ogni speranza. NO!

Ho capito molto più di me in questi ultimi tre anni in cui ho imparato a percorrere sentieri lontanissimi dalla mia natura abbattendo muri e respirando aria pulita, nuova. Ho bruciato quei vestiti informi in cui mi perdevo, mi nascondevo. Ho ritrovato l’essenza e il piacere di esibirla.

Ho scalato la mia montagna ma… quando credevo di essere quasi arrivata in cima, quando, guardando indietro, sembrava tutto minuscolo, lontano, il panorama era di una bellezza violenta, il fiato non era più corto, l’energia sembrava infinita…

Sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare con io resto a casa, non ci saranno zone rosse, ci sarà l’Italia zona protetta”. 

La portata di tutto questo è una lotta che continua, in me, per riappropriarmi dei progressi fatti. Sono consapevole di non essere tornata al punto di partenza, con il lockdown. Ma molto terreno è franato sotto i miei piedi.

Sto scrivendo, ed era tanto tempo che non sentivo l’urgenza. E’ un segnale. Aspettando la pioggia. Il fresco. La vita che vorrei.

È stato bello piangere

Pubblicato: 6 gennaio 2022 in 2021
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Quest’anno ce l’avevamo quasi fatta a passare indenni questo Natale… E invece no! Arrivato il conto, salato come spesso succede.

Ho deciso che era arrivato il momento di fare pulizia: la mia scrivania, stracolma di cose, passate e presenti, aveva bisogno di essere liberata. Come la mia anima! E ieri notte, complice una litigata di quelle serie, mi ha fatto decidere: questa notte non si dorme, si affronta questa montagna.

Ho camminato per migliaia di passi, tra la scrivania e la spazzatura, in cucina… Perché ogni cosa che valutavo doveva avere una destinazione, mi faceva sentire bene. Ogni volta che conquistavo qualche centimetro lo pulivo per bene, cercando di eliminare tutta quella polvere che non mi appartiene più. Arrivata la mattina, la situazione era decente.

Ai fianchi della scrivania ci sono due cassettiere con ognuna due grandi cassetti. Anche lì dentro ci sono cose accumulate in vent’anni vita. Ho bisogno di spazio, e lo devo recuperare lì dentro. È stato un viaggio interessante. Frammenti di G bambino, di P innamorato, lettere di auguri per qualche compleanno importante, parole degli amici quando è morto mio papà. Ed è stato lì, parola dopo parola, frase dopo frase, in un mondo che non mi appartiene più, ma di cui ho riconosciuto qualche traccia dentro di me, a smuovere un sentimento, a cui non riesco a dare un nome. Ringrazio quelle lacrime, che sono scese copiose, liberandomi.

È stato stupendo piangere, ora si può voltare pagina.

Vento d’estate…

Pubblicato: 20 agosto 2021 in 2021
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Una brezza delicata smuove appena i rami più alti degli alberi del giardino… Eppure arriva travolgente, accarezza la mia pelle e mi accorgo di un piccolo squarcio nell’armatura, frammenti di cuore pulsano, e danzano, e per un attimo è rassicurante: quindi VIVO!

No, non posso, non voglio, non devo. Prendo tutto il necessario, la miscela di rabbia e sfiducia e richiudo tutto, ricreando la zona di sicurezza in cui l’ingresso è a invito esclusivo.

Forse sono sempre stata così, in fondo. Mi hanno sempre detto che sembro fredda, distante.. e anche peggio… E io che mi sento travolgere da tsunami di emozioni e che ho bisogno di tempo, per elaborarle e sistemarle nella mia vita, mi sono sempre chiesta come fosse possibile che il mondo mi vedesse così: non traspare questo groviglio emotivo? No, evidentemente.

Oggi non me ne preoccupo più.

C’è chi riesce a vedermi veramente. Chi mi ascolta. O mi fa ridere. Chi sa aspettarmi. Chi compare per un attimo e poi sparisce. Ma è l’attimo giusto da condividere. E poi c’è il vento. Che arriva, smuove tutto e poi si placa. E ho bisogno anche di questo.

Tutto quasi perfetto

Pubblicato: 25 luglio 2021 in 2021
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Domenica mattina.

In passeggiata siamo io, Romeo, il vento e il silenzio. Punto.

A dettare il ritmo ormai è Romeo, cuore pazzerello e fragile. Le traiettorie sono sempre le stesse, le soste infinite, i litigi con gli altri cani continui. Ogni tanto si ferma e mi guarda, respiro affannato. Dobbiamo fermarci. Oggi il vento con la sua danza rende tutto più piacevole. D’istinto chiudo gli occhi e godo delle sue carezze, e per un attimo mi sento veramente felice.

I suoni della natura sono troppo lievi, avrei voglia di ballare, se solo fossi capace. Infilo gli auricolari e parte una playlist estiva, perfetto. Mi ricollego con Romeo, che respira nuovamente con un ritmo normale. Riprendiamo a camminare, in una città semi deserta e piacevolmente fresca.

Non mi va di pensare, c’è il rischio che un po’ di malinconia si faccia strada e mi porti in un viaggio che non voglio proprio fare. Riaffiora qualcosa, ma ignoro ogni deviazione. Alzo la musica e canto sottovoce. Va tutto bene, oggi. È Romeo che a questo punto accelera, sa che siamo sulla strada del ritorno. Respiro affannato ma non mi guarda più, semplicemente tira, vuole arrivare a casa.

Deve essere bellissimo, tornare a casa.

E’ Primavera?

Pubblicato: 22 marzo 2021 in 2021
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E’ primavera, mi dicono.

Il calendario non si ferma: zona rossa gialla arancione o arancione rafforzata è solo uno spiraglio lontano, un po’ si apre e poi si richiude, la luce si allarga o restringe ma anche se allungo la mano, o se cerco di mettere a fuoco, se individuo sagome lontane di un qualche possibile futuro c’è sempre una gabbia intorno a me.

La testa non si ferma. Non sono mai riuscita a sostare nel qui e ora, viaggiando di continuo tra un passato lontano in cui cercare i solchi sbagliati dove ho sparso i semi e un futuro che sa troppo di sogno e non di programma, obiettivo, meta. Orizzonte. Come tutti: ho bisogno di nuovi orizzonti. Misuro il perimetro in cui posso muovermi ancora e ancora, sempre uguale. Non è rassicurante, non è comodo. Mi tappo le orecchie per non litigare: il disco è vecchio, la puntina scava solchi che non sanno più di dolore ma stanchezza.

La musica non si ferma. Prende il mio cuore e lo fa ballare, occhi chiusi e pensieri silenziosi, il ritmo lento o sostenuto mi scuote e mi ritrovo in questa dimensione dell’anima dove sento quel battito che è vita, un po’ amore (forse), e vedo finalmente i colori dell’arcobaleno, sento forte i profumi della primavera, è un’esplosione di desideri e penso che prima o poi toccherò il mare, poi camminerò in sentieri di montagna buttando fuori la fatica, pensando di non riuscire ad arrivare lassù ma poi riuscirci (quasi) sempre. “Concentrati solo sul passo successivo, Vale!”.

Il sole non si ferma. Vincerà su questo freddo. Libererà una dopo l’altra tutte le emozioni. Forse un giorno potremo addirittura abbracciarci. Forse.

Image by Lenalensen from Pixabay