
La città piano piano sta tornando alla normalità. Le serrande abbassate, con i loro cartelli “Chiuso per ferie”, che nei giorni scorsi contribuivano a darmi quel comodo senso di sospensione, si stanno progressivamente aprendo, molte in questo fine settimana… chissà perché.
Sul tavolino c’è quel libro che sto leggendo, che dovrei finire presto, che un po’ mi piace e un po’ mi angoscia, proprio come la mia vita, in questi giorni.
E poi cammino, e poi c’è G., e poi c’è Romeo, e tanti buoni propositi. Quando esco con Romeo, e lo vedo che non ce la fa, rimpiango i giorni in cui tirava il guinzaglio fino a farmi venire il mal di schiena. E so che quei momenti non ci saranno più. E quindi cammino al suo fianco, rispetto i suoi ritmi e rispondo ai suoi sguardi. E cerco di trattenere quella lacrima che brucia dentro.
Penso a G., alle prove che lo aspettano, e chiudo gli occhi, sperando che vada tutto come deve andare.
E penso a me, che non riesco a smettere di sperare, e sognare. Ho lasciato andare molte persone, e non so perché. Probabilmente c’è un momento in cui bisogna essere soli. Per poi ripartire.