Questa mattina era autunno. Colori grigi, spenti, pesanti. Un’umidità che aggrediva.
Nel corso della mattinata, però, ha vinto lei, la primavera. Sono riuscita a uscire senza giubbotto e optare per il percorso lungo, piacevole.
Mi sono ricordata di una telefonata che devo fare da settimane, il numero è a casa, me ne ricordo sempre nei momenti sbagliati. Tecnologia, aiutami tu:
V: Ehi Siri! Devo telefonare a XYZ, ricordamelo domani mattina alle 10,30
S: Va bene, te lo ricorderò domani mattina alle 10.30
Per Siri poteva finire lì, senza troppi fronzoli. Ma io:
V: Grazie!
S: E di cosa.. L’importante è che tu sia felice!
E di cosa.. L’importante è che tu sia felice!
E di cosa.. L’importante è che tu sia felice!
E di cosa.. L’importante è che tu sia felice!
Veramente? no… Veramente?! Per davvero per davvero?!?
Alla fine l’ho trovato qualc…. a cui importa che io sia F E L I C E!
Come? lo dice a tutti? E chi se ne frega! Le cose riservate a me, quelle che mi sento dire solo io, sono senza poesia! al limite del deprimente. O dell’incazzatura! Meglio una bugia!
Stupidamente (lo so), faccio il resto dei miei passi con un sorriso stampato in faccia. Che però deve aver funzionato: un tipo in bicicletta mi ha guardato come se fossi la Madonna ed era quello di cui avevo bisogno.
Il naviglio con la sua flora e la sua fauna inizia ad annoiarmi. Avrei bisogno di altri paesaggi urbani. Ho bisogno di tante cose, in realtà. Ma è un periodo fertile. Sto esplorando terre sconosciute, sto capendo tanto di me. Ho alzato il livello delle aspettative, ho abbandonato la terra del: “non son degna di te…”
Oggi ho pensato che poco più di un anno fa ho iniziato questo percorso, e avevo tanta rabbia dentro. Oggi no. Guardo l’ombra del mio corpo proiettato sulla strada davanti a me e quello che vedo mi piace. Faccio ancora fatica quando c’è uno specchio di mezzo. Mi accorgo di guardarmi senza tenerezza. Non importa, poi razionalizzo.
L’immagine dentro di me è nitida, spero che tutto vada verso un’unica direzione. Ho pensato che credere di attirare a sé quanto fortemente si desidera, alla fine, non fa male a nessuno. L’importante è non stare fermi. Desiderare. Agire. Desiderare più forte. Agire con determinazione. Chiudere gli occhi e le orecchie ai soliti teatrini. Alzare l’asticella dell’amore verso me stessa. Desiderare. Immaginare. Agire.. e incrociare le dita…