Metropolitana. La mattina è mia. Programma: camminare, per ore. Da sola. L’itinerario è suggestivo, la musica stimolante, il fisico a posto.
La mia settimana nera, alla fine si è conclusa. Ho perso: fiducia, persone, un po’ di speranza.
Avrei voluto avere un posto altrove, un rifugio, un angolo di pace, per fermare tutto. Anche se, alla fine, passando al setaccio gli eventi, in ciò che è rimasto ho trovato qualche risposta importante.
Sale una bionda. Né giovane né vecchia. Perfetta in tutto. Nell’abbigliamento, credo: non mi vestirei mai così, ma da tutti i singoli eccessi esce una generale armonia. Capelli: una cascata di boccoli ineccepibili. Trucco: forte ma non volgare.
Si specchia tutto il tempo nel riflesso della porta. Sistemandosi ossessivamente i capelli. Si libera un posto. Si siede. Tira fuori dalla borsa uno specchio e continua la sua ricerca del ricciolo ideale.
Sono rapita. Non riesco a toglierle gli occhi di dosso. È il mio opposto assoluto. Mi affascina totalmente.
Devo scendere. Lascio la bionda ai suoi boccoli e ritrovo i miei pensieri. Io non ho più voglia di sistemare, questa è la realtà. Ho solo bisogno di camminare. E andare avanti. E avanti. Avanti.