Oggi, in questa domenica di gennaio, il mondo visto dalla finestra assomiglia molto a una prova generale della primavera. La sensazione visiva è confermata anche una volta uscita di casa; ma il freddo, quello c’è tutto.
L’energia di questo sole fa il suo dovere: abbatte la mia pigrizia e mi convince ad allungare il giro con Romeo. Scendo lungo il Naviglio e capisco che la mia sensazione è largamente condivisa: è da tanto tempo che il popolo degli sportivi non era così numeroso. In particolare, guardo quelli che corrono. No, non cambio idea. La corsa proprio non mi attira.
Quindi torno a me. Penso e cammino. Osservo e cammino. Cammino e basta. A casa mi aspettano i soliti doveri domenicali e io non vedo l’ora che arrivino le due così posso uscire di nuovo, senza cane, e camminare ancora. E compiere quel tragitto sempre uguale ma sempre diverso, nella sostanza. Sono nell’occhio di un ciclone, tra sensazioni, emozioni, desideri e idee. Ogni istante è carico di qualcosa, e sto imparando a educare la testa a seguirmi nei miei improbabili viaggi. E ora che la persino la notte lavora in mio favore, suggerendomi nei sogni le risposte che il giorno non trova, sento finalmente una piena armonia tra i miei opposti. E così sia!