“Mamma: andiamo stasera?”
Ti prego, non ce la faccio, sono stanchissima…
“Dai.. ti prego.. andiamo?!?”
Dentro di me la risposta è: NO! NO! NO! Energia finita!… arrivo a casa e mi svuoto di tutto: pensieri, programmi, futuro…
ma quello che esce dalla mia bocca è: “Ok, amore.. va bene, andiamo…”
A questo punto potevo subire la serata, ripetendomi: che ca..o ci faccio qui? Che senso ha?…
oppure godermela.
Scelgo la seconda strada.
Il nome del posto è suggestivo: “Bagni Misteriosi”. Piscina di giorno, aperitivo la sera. A piedi scalzi. Mi piace camminare su questo finto prato morbidissimo. Passerei la serata così… I tavoli sono tutti occupati, ma gli spazi non mancano. A bordo piscina, gradoni accoglienti, chiacchiere e foto di rito: per immortalare questo momento che è l’ultimo di questa storia, a settembre si apre un nuovo capitolo.
Una signora, al bar, mi passa davanti e inizia il suo show: il barman, dopo infiniti tentativi di cocktail contestati con estrema maleducazione dalla tipa, con un sorriso mai scalfito da quei modi arroganti, le consegna una bottiglietta d’acqua e un bicchiere pieno di ghiaccio (15 €…!); quando finalmente se ne va scoppiamo a ridere, mentre mi prepara un Negroni. È la prima sera d’estate, fuori con gli amici… che atteggiamento assurdo!
Riempio il mio piattino e raggiungo gli altri. Prima di mangiare bevo qualche sorso, ho voglia di sentire quel lieve stordimento che mi porta a sorvolare con leggerezza la realtà, staccarmi dal corpo stanco e sorridere di tutto. Mi sento bene, ora. Ascolto storie, racconto storie. Mi sento come se fossi in viaggio su un treno e consegnassi qualcosa di me a un viaggiatore che non vedrò mai più: è liberatorio!
Alzo gli occhi, vedo i ragazzi… zoom…. G.. zoom… gli occhi di G… sorrido…. lì ci sono tutti i perché di questa serata. Una panoramica generale, catturo questa istantanea e capisco che il treno è arrivato a destinazione. Ci salutiamo. E io e G possiamo incamminarci: è iniziato un nuovo viaggio