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Sono solo parole

Pubblicato: 8 ottobre 2022 in 2022
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Quando il periodo buio è alle spalle ma solo a un passo di distanza…. Quando una certa idea di futuro la sento e inizio a disegnarla, ma la voce è troppo bassa, sussurrata, impercettibile quasi e i colori sono come acquerelli troppo diluiti .. sì! Mi sento salva, ma non troppo, mi sento forte ma ho paura….

Non ho più le certezze di prima, forse è meglio, perché gli altri possono applaudire o fischiare, esserci o sparire, capire o giudicare… ma la prospettiva è mediamente diversa, ostacoli apparentemente insormontabili possono sembrare insignificanti per chi ha un’altra storia.

Le parole sono solo parole. Ognuno le dipinge con i colori della sua vita. La temperatura di ogni parola varia da storia a storia. E da un momento all’altro dell’esistenza. Come il peso.

C’è sempre un filtro invisibile tra chi parla e chi ascolta, al di là delle buone intenzioni.

Alle volte, lo ammetto, il vorticoso groviglio dei miei pensieri non aiuta me, figuriamoci gli altri… Comunque. Sono riuscita a uscire dal baratro. E l’ho fatto da sola.

C’è ancora troppa distanza tra me e il mondo che desidero. Ma la cosa importante è che ogni mattina io mi sveglio e coscientemente SCELGO DI ESSERE FELICE. Tra i mille dialoghi interiori che bisbigliano: “non c’è la puoi fare”. Finalmente rispondo, a voce alta e decisa: “Proviamoci e vediamo!”.

È stato bello piangere

Pubblicato: 6 gennaio 2022 in 2021
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Quest’anno ce l’avevamo quasi fatta a passare indenni questo Natale… E invece no! Arrivato il conto, salato come spesso succede.

Ho deciso che era arrivato il momento di fare pulizia: la mia scrivania, stracolma di cose, passate e presenti, aveva bisogno di essere liberata. Come la mia anima! E ieri notte, complice una litigata di quelle serie, mi ha fatto decidere: questa notte non si dorme, si affronta questa montagna.

Ho camminato per migliaia di passi, tra la scrivania e la spazzatura, in cucina… Perché ogni cosa che valutavo doveva avere una destinazione, mi faceva sentire bene. Ogni volta che conquistavo qualche centimetro lo pulivo per bene, cercando di eliminare tutta quella polvere che non mi appartiene più. Arrivata la mattina, la situazione era decente.

Ai fianchi della scrivania ci sono due cassettiere con ognuna due grandi cassetti. Anche lì dentro ci sono cose accumulate in vent’anni vita. Ho bisogno di spazio, e lo devo recuperare lì dentro. È stato un viaggio interessante. Frammenti di G bambino, di P innamorato, lettere di auguri per qualche compleanno importante, parole degli amici quando è morto mio papà. Ed è stato lì, parola dopo parola, frase dopo frase, in un mondo che non mi appartiene più, ma di cui ho riconosciuto qualche traccia dentro di me, a smuovere un sentimento, a cui non riesco a dare un nome. Ringrazio quelle lacrime, che sono scese copiose, liberandomi.

È stato stupendo piangere, ora si può voltare pagina.

Pioggia leggera e sottile

Pubblicato: 3 febbraio 2021 in 2021
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Da quanto tempo non sento? L’urgenza di scrivere ha ceduto il passo di fronte a quel muro dove si sono infrante tante buone intenzioni.

Le parole, che fino a qualche mese fa scorrevano copiosamente, colorate interpreti di emozioni ed esperienze dirompenti, si sono congelate e nascoste, perdendo la voglia di giocare, correre, camminare almeno.

Qualche lontano battito richiamava la mia attenzione, a volte. Tendevo l’orecchio fiduciosa, ma l’entusiasmo iniziale si spegneva quasi subito, quando la prima frase ad effetto apriva la porta verso il nulla e io mi ritrovavo a indietreggiare sconfitta, rimandando a domani la speranza di ricominciare.

Oggi piove. Una pioggia leggera e sottile. I bambini della scuola regalano sorrisi ed entusiasmo. Oggi anche una dolcissima caramella. La pioggia mi raggiunge, il ghiaccio inizia a sciogliersi liberando qualche disordinata parola. Mi abbandono senza difese cercando di raggiungere la corrente.

Scucitura

Pubblicato: 20 agosto 2020 in 2020
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Era andato tutto bene. Fino a ieri. Ma poi…

Il filo con cui ho ricucito i lembi di quel buco nero nell‘anima si deve essere spezzato. O il nodo si deve essere allentato. Dalla voragine è esploso il ciclone, di nuovo, e ha spazzato via tutto. E tutti.

Devo trovare il modo di farci amicizia, con l’ansia: alla fine, è la compagna di viaggio più longeva. Devo fare in modo che dal nostro eterno conflitto scaturiscano parole, e frasi, e spazi.

Quindi cerco di non darle troppa voce, le offro un bicchiere di vino bianco, fresco e aromatico. Due patatine e qualche respiro profondo. Lei allenta la presa e mi dà un po’ di tregua.

Quindi mi preparo per uscire a cena, tubino nero e un po’ di tacco, capelli in ordine e via, pronta per la serata. In macchina la sento che sta per risvegliarsi dal torpore. Posso solo andare avanti e farla sedere al mio fianco. Gli altri parlano e ridono, io concentro la mia attenzione al tavolo di fianco a noi, vedo un quadro che conosco bene: i genitori non giovanissimi e quattro figli, tre maschi e una femmina, che scherzano e li prendono in giro. Soprattutto due dei tre ragazzi. L’atmosfera sembra molto allegra.

Per un attimo l’ ansia scompare, tutto scompare, rimaniamo io e quel tavolo, io che guardo quella scena che ho vissuto molte volte ma che non più essere. Eppure il ricordo non è nostalgia, ma calore, amore probabilmente.

È un attimo, poi torna tutto: ansia, ristorante, voci e risate. E forse è solo nel vortice che posso ritrovare le sfumature per il quadro che sto dipingendo, le parole del libro che sto scrivendo, le scelte per la vita che sto vivendo.

I got it

Pubblicato: 1 giugno 2020 in 2020
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Foto di chiplanay da Pixabay

Una mamma passa un piccolo gelato al suo bambino di tre anni, forse. Il bambino, contento, fa un po’ il pagliaccio e mi strappa un sorriso. Mi ricorda scene vissute qualche anno fa, lo dico senza tracce di nostalgia. Ma una domanda mi rimane addosso: “Non torneresti indietro, anche solo per un attimo?”

No.

Emozioni, sentimenti, parole. Ci sto facendo i conti oggi. Ho ascoltato voci tenere e dure che mi hanno invitato a scoprimi di più. E io che ho sempre pensato di essere addirittura troppo nuda, ho fatto una fatica tremenda a capire. Ho dovuto abbassare le difese, rileggermi con più umiltà e cercare di vedere con lucidità le mie parole. Ho letto altri stili, altre parole, emozioni e sentimenti.

Ho capito quanto le sfumature rendono viva un’emozione. Che un gesto semplice, come una carezza, può diventare un’esplosione di sensazioni se immaginata, vissuta, sentita, istante dopo istante, lentamente, fotogramma dopo fotogramma, nella ricchezza di particolari che rendono unica una mano che sfiora un viso, il mio viso, provocando reazioni, emozioni e…

..sui sentimenti le cose si complicano. Oggi la mamma con il bambino e il gelato un piccolo graffio me l’hanno lasciato. Nello sguardo del bambino, nel sorriso della mamma, ho visto tracce di un amore incagliato in un abisso troppo profondo da esplorare, ora.

Gocce

Pubblicato: 17 dicembre 2019 in 2019
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Tranquillamente scrivo. Divano, gambe incrociate, portatile. Il resto mi sembra lontano quando le parole mi bussano dentro e urlano per poter uscire. Una danza sfrenata, nella mia testa, discorsi disordinati che si allungano, si accorciano, si combinano. E piano piano metto a fuoco. Osservo il serpentone di lettere e parole e tutto ha un senso, il mio senso.

Non mi resta che scrivere, a questo punto. E cercare di afferrare le altre immagini e i colori che aspettano in disparte di raggiungere la tela, la mia tela.

Voci lontane piano piano mi raggiungono. La discussione che proviene dalla cucina ha già raggiunto toni fastidiosi.

Sospendo il mio viaggio.

Altre parole improvvisamente mi scoppiano dentro, dure, violente.

Non è ancora il momento.

Respiro. Vedo le gocce. Quelle che da un bicchiere anestetizzano tutto, lasciandoci solo la visione di quella faccia, specchio di una rabbia ingabbiata chimicamente.

E quelle più brutte, e cattive, che scavano dentro, giorno dopo giorno, buchi nell’anima di cui ignoro la profondità.

Unghie spezzate

Pubblicato: 9 giugno 2019 in 2019
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Mi guardo le mani. Da qualche giorno ho un paio di unghie veramente brutte. Si sono spezzate e, nella rincorsa quotidiana loro, le unghie, le ho lasciate lì, trascurate.

Mi guardo le mani, forse l’unica cosa del mio corpo che mi è sempre piaciuta. E che ho sempre cercato di curare. Senza smalti, decorazioni o unghie posticce.

Mi devo fermare un attimo. Ho bisogno di pensare. Fare luce. E tenere la luce accesa, come ho letto recentemente, avere una traccia da seguire, reale e pratica. E squilibrarmi: questo vizio di evitare scontri mi sta prosciugando le energie.

Luce. E unghie curate: è un punto di partenza.

Finisce il corso, saluto tutti e mi sento più sola. Immagino gli altri che rientrano nella loro vita coerente mentre io mi infilo nel congelatore. La lucina si spegne e nessuno mi vede più. Io stessa vedo poco, solo dubbi su dubbi. Solo che… non è più come prima.

Io che voglio percorrerla quella strada, ma devo affrontare una guerra. Io che voglio vivere, ma mi toglie l’ossigeno. Io che voglio ridere, ma mi butta addosso rabbia. Io che non ne posso più!

Voglio percorrerla quella strada, senza sapere per dove, affrontando le paure, sapendo che lì… Valeria c’è! sono viva, sono io, non mi sento sbagliata. E per capire meglio, so che devo leggere e scrivere e leggere e scrivere. E farlo sempre e tanto. Non fermarmi mai.

Ma quando sono lì, viene a prendermi per riportarmi nello squallore, nella tristezza, nell’oggi senza un domani. Non c’è più dialogo, non c’è più niente. Ci sono solo le parole. Che non sono più un semplice rifugio che rende tutto perlomeno accettabile. No. Sono tanto di più. Non lo capisce, non lo accetta, deride e banalizza. Amen. Non ho bisogno dei suoi applausi. Ma di unghie curate. E di una luce sempre accesa. Sulla mia strada.

TILT!!

Pubblicato: 22 Maggio 2019 in 2019
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La comunicazione non è sempre facile. Chat. Audio. Digita digita, ascolta e rispondi, fino a consumare le dita!

Mi racconti tutto, fai quadrare tutta la tua disperazione in quel castello di razionalità che, però, è il tuo di castello.

Io che cerco di farti sentire un’ipotesi alternativa, perché non è sempre il caso di rincorrere la logica. Perché alla fine tocca pure fidarsi di qualcuno, se si vuole vivere. Ok, anch’io ho qualche difficoltà a dare fiducia… okay okay… abbastanza sempre… ma non si sta parlando di me. E poi! Metti qualche paletto, cazzo! Non puoi contare così poco per te!

Ma non ti fermi, in questo delirio di messaggi, mi chiedo se leggi le mie risposte, e se capisci a cosa mi riferisco, visto che io cerco di darti pensieri articolati mentre tu spari a raffica, una mitragliatrice senza pietà, e mi costringi a scrivere una cosa ma pensare già a quella successiva, non sono sincronizzata né con te né con me stessa…

Basta!

Ti fidi di me, dici. Ma contesti tutto quello che è fuori dalla tua logica. Più mi impegno a farti allargare la tua visione più ti sento innervosirti, penso che se insisto, molto presto farò parte di quel quadro che congiura contro di te.

Stop!… mi arrendo.. alzo le mani… e non digito più!!

Sarà

Pubblicato: 20 Maggio 2019 in 2019
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Sarà che è lunedì, e piove… ancora!

Sarà che non ci si sveglia sempre con il piede giusto… o sono i calli che dopo tanti passi iniziano a farmi un po’ male…

Sarà che l’appuntamento di oggi è andato meglio di quanto previsto, che mi aspettavo una gentile ramanzina e invece no, quasi quasi mi ha fatto i complimenti per il lavoro fatto…

Io che ti prego, ti imploro di vedere chi sono veramente, e di aiutarmi a trasformare “il mio giochino” in una strada vera e propria.. solida…

Perché è troppo tardi per tornare indietro, perché il mio cuore vede solo parole, parole che sfrecciano, mi colpiscono, scappano, da riordinare, da… disordinare…

Riprendo i miei passi, estremamente sola, tra me e il mondo pensieri nervosi e musica a tutto volume… qualche venditore di ombrelli o calzini vorrebbe chiacchierare con me… ma almeno uno di noi è dentro un acquario… aprono la bocca come i pesci e non mi arriva la voce.. scusatemi, non è giornata: nessuna empatia, nessuna emozione.

Le catene che ho scelto, oggi, non mi immobilizzano più in una vita che non voglio. Al contrario. Mi impediscono di tornare indietro, mi legano stretto stretto a chi sono.  Ai miei passi, alle mie parole, al mio aspetto, alle ondate di emozioni.. a tutto quello che mi indica la direzione. A quel che è. A quello che sarà.

Le parole

Pubblicato: 31 marzo 2019 in 2019
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 Le parole

Ieri mattina danzavano tutte intorno a me: per strada, sulla metro, al bar per un caffè. Ed ero felice.

Poi le ho sentite uscire dai fogli degli altri, mi sembravano meno banali delle mie, più efficaci. Più belle….

Le ho allontanate, arrabbiata…: con loro, con me stessa… perché non riusciamo (ancora) a combinarci come piace a me, nell’alleanza perfetta che ci fa catturare le emozioni, o dipingere quei quadri che partono da minuscoli particolari della realtà e si trasformano nei miei graffiti mentali….

‘Le parole sono importanti…’, figurati, lo dici a me? io che cerco sempre la parola perfetta, anche nei discorsi degli altri.. però, scusa… non quando vuoi tirarmi fuori un’emozione che non provo.. perché, per quanto non ti interessi, sto cercando le mie di parole, quelle che mi facciano esplodere dentro quella poesia che poi diventerà prosa e forse libro… Perché è chiuso qui dentro e non riesce a uscire… in gabbia….

Poi mi vengono a prendere, quando non so dove andare, e giro a vuoto, aspettando che qualcuno mi soccorra, ma allontanando tutto e tutti.. l’impresa è difficile! Mi sorridono e mi spingono verso un qualunque mezzo che le faccia uscire. Facciamo la pace. E ricominciamo a cercarci. A ballare. Ed esplorare quel territorio complicato e imprevedibile dove tutto è sempre in movimento, frenetico, assurdo e disordinato.. arriveremo mai da qualche parte?