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Con i miei occhi

Pubblicato: 17 settembre 2022 in 2022
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Un metro più in là.. nord sud ovest est, non importa. Ma devo andare un metro più in là. Qui non c’è più aria pulita, le facce hanno un’unica distorta espressione, i silenzi non puniscono né guariscono. Ho fatto il solito errore di guardarmi, e giudicarmi, attraverso i vostri occhi e, come al solito, ne sono uscita a pezzi. Il plurale è d’obbligo…

Abbracciata al solito divano, accogliente giaciglio degli ultimi dieci giorni, ho finalmente visto le sbarre invisibili di una gabbia che non mi ha permesso di ragionare. Nuotavo controcorrente senza nemmeno accorgermene. Annaspavo alla ricerca di una soluzione senza pormi le domande, forse senza sapere quali fossero le risposte più urgenti.

Andare un metro più in là, per allontanarmi soprattutto da me e vedere in modo più chiaro, con i miei occhi. Lasciando nella gabbia la mia parte peggiore, quella che ripete che non ce la posso fare. Quella che mi fa esplodere dentro, che sembra non essere raggiunta da niente e nessuno. Sono ancora la guardia carceraria di me stessa, nonostante tutti i passi avanti.

E così l’ho fatto, per poter riprendere il mio viaggio.

Ultimamente ho perso molte delle mie certezze e ho avuto paura. Ho creduto di non avere più speranze. Un passo in avanti e sono ancora in piedi. E mi sento meglio. Vedo le facce sorridenti, ricambio con un sorriso magari ancora un po’ incerto sapendo che è solo questione di tempo..

Il passo imperfetto

Pubblicato: 18 novembre 2018 in 2018
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Steso sul letto, arrabbiato e arreso.

Io che cerco le parole che possano farti reagire. So che vorresti cacciarmi. La tua età è tutto questo. E apprezzo il tuo trattenere la rabbia. Che hai gridato in faccia a qualcun altro, per chiudergli la bocca.

E io che vi ascolto e mi sento lontana, guardo il sole e non riesco a non sentirmi felice. E le vostre parole, categoriche, che non cercano un dialogo vero, iniziano a non raggiungermi più.

Annuisco o meno, sono spesso altrove.

Troverò un senso, una strada di confronto, al confine tra ciò che ero e ciò che sto diventando. Lì mi troverò, fino a quando sentirò il coraggio di compiere un passo, che contiene tutte quelle direzioni diverse, opposte e incoerenti che mi attraggono e mi attraversano. Lì ti aspetto, perché non parto sola. Lì, saremo tutti più felici.

Dietro la finestra

Pubblicato: 17 ottobre 2018 in 2018
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Oggi la signora dietro la finestra non c’era. E la finestra era aperta.

Non mi piace trovare il mondo in disordine, quando arrivo! Non voglio pormi domande. Devo trovare tracce rassicuranti come le ho lasciate il giorno prima.

Tutto si sta muovendo e sono costretta, a volte, ad allontanarmi e respirare, ripararmi dalle emozioni. Da quelle belle alle più sgradevoli, da quelle più intense a quelle appena sussurrate. Mi faccio raggiungere da tutto. Sento i colori esplodermi dentro.

Non mi perdo. È solo che decido passo dopo passo, senza chiedermi come andrà a finire, per non provocare la paura.

Ecco. La paura è l’unica compagna di viaggio che ora non voglio al mio fianco. Ogni giorno un passo in avanti. Aria nuova e si mescola a quella di sempre. Sono io sempre più distante dalla rabbia, e dalla gabbia, che giorno dopo giorno, allarga la sua trama.

Strada facendo (cit.)

Pubblicato: 7 ottobre 2018 in 2018
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L’inverno scorso avevo perfezionato un percorso domenicale che mi permettesse di macinare una buona quantità di passi evitando il naviglio.

Oggi mi sono casualmente ritrovata a percorrere lo stesso tratto di strada e ho sentito un senso di disagio che non mi aspettavo.

L’aver percorso tanta strada e trovandomi, quindi, lontanissima da com’ero solo qualche mese fa mi ha dato, probabilmente, una delle risposte che inconsciamente stavo cercando in questo pesantissimo weekend.

La direzione è quella giusta, anche se sono in un punto in cui si incrociano tante strade e il mio confuso senso dell’orientamento non mi aiuta a capire.

Quindi torno sul naviglio, rassicurante a modo suo.

Ho tante domande a cui faccio veramente fatica a trovare una risposta. So che posso portare con me solo tutto ciò che non mi crei disagio. Punto.

Lo zaino si fa ogni settimana più pesante e io ho pochi muscoli. Devo fare i conti con chi sono oggi. Devo aprire tante porte nelle prossime settimane. Immagino che dietro ognuna ci sia un mondo probabilmente migliore ma non sempre piacevole. Ho bisogno. Di un mondo senza se e senza ma.

Inevitabilmente

Pubblicato: 14 settembre 2018 in 2018
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Non troppo tempo fa è caduta la benda dai miei occhi e finalmente sono riuscita ad accorgermi di tante cose.

Prima vivevo come se tutto fosse inevitabile, procedevo e credevo. Cieca e sorda. Non mettevo in discussione nulla. Quella sbagliata, mai abbastanza, sempre troppo… ero sempre io.

Inevitabilmente, per evitare colpi mortali, diretti a me, ma non solo, ho camminato come una funambola, cercando un equilibrio nel caos, un fiore tra le macerie. E sono risultata fredda, gelida addirittura; o peggio. Se ci si ponessero delle domande, se si cercassero delle risposte, prima di definire le etichette ci sarebbe meno dolore in circolo.

Pochissimo tempo fa, ho scoperto di essere forte. Ma, inevitabilmente, continuo a sbagliare, come tutti. Solo che ho deciso di incedere rispettando il mio bisogno di capire. Di sentire che ogni singolo fottutissimo passo vada nella giusta direzione. Che è la mia direzione. Che è la mia vita. E, inevitabilmente, non solo.

A chi cerca sempre una vittima per affondare il suo dolore voglio dire una sola cosa: mi spiace. Veramente. È che a furia di colpi sono rinata. È che rischi di perdere tutto, ma proprio tutto. Inevitabilmente.

Io VOGLIO!

Pubblicato: 30 aprile 2018 in 2018
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Ieri camminare è stata un’agonia. Un malessere, con mal di gola e debolezza, ha stabilito il ritmo. Avevo deciso ventimila passi e ventimila dovevano essere! Già: ma dove recuperare energia?

Sapevo dove arrivare. Ma sembrava tutto lontanissimo. Ho svuotato la testa, spesso la zavorra più pesante da portare con me. Niente, ho dovuto fermarmi prima. Ho iniziato a fissare l’acqua del naviglio, ipnotizzata.

“Io VOGLIO”

In testa, queste due parole. Io VOGLIO. Non vorrei, desidererei, se non è di disturbo…. NON se gentilmente, se hai tempo, voglia o ti accorgi che esisto.

Io VOGLIO! Svegliarmi tutti i giorni con il sorriso. Non un sorriso qualunque, ma QUEL sorriso: l’unico che riflette la vita che vorrei. Io VOGLIO una vita normale, niente di trascendentale. Voglio un amore degno di questo nome. Che non si preoccupi se sono abbastanza coperta, o se il peso va bene: ma che sappia esserci, semplicemente.  Io voglio un’enorme parete bianca dove dipingere centinaia di volte questa frase e riempirla di finali diversi. E sognare tanto, tantissimo! E, soprattutto, realizzare uno a uno, tutti i sogni e me stessa!

Nessun alibi. Nessun colpevole!

Sono io che ho accettato una vita al ribasso. Sono io che ho cercato sempre il punto di equilibrio, anche nel caos più imbarazzante. Sono io che ho rinunciato, invece di mandare a ****

Io VOGLIO.

Ho ricominciato a camminare. Volavo, improvvisamente. Ho iniziato a superare tutti. Ci sono riuscita: ventimila passi! Non importa se mi sono accasciata sul divano subito dopo. Distrutta, ma con il sorriso, quel sorriso

Io lo so

Pubblicato: 26 aprile 2018 in 2018
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Sto scrivendo perché ne ho bisogno. Non mi servono le prediche, né affettuose tirate d’orecchie. Non voglio consigli. Né occhiatacce di rimprovero.

IO LO SO, lo so da sola che ho un problema e che, in qualche modo, sarebbe bene affrontarlo.

IO LO SO, che guardarmi veramente allo specchio non ne sono sempre capace. Che io vedo delle cose che la bilancia smentisce. Che quando succede mi rimprovero da sola, ma IO LO SO che, in fondo, non sono poi così convinta.

IO LO SO, che essere sempre tanto attenta ai passi, alle calorie ingerite e a quelle bruciate, all’attesa dell’alba quando mi dedico alla “pesa” quotidiana, completamente nuda, come se, veramente, il pigiama potesse fare la differenza. Il mondo dorme, la casa è mia, mio quel momento in cui la giornata può partire da come l’ho lasciato la sera prima. Che non è poco.

IO LO SO. Che se vuoi offrirmi un gelato, è bene che tu me lo dica con anticipo, così mi organizzo, organizzo i pasti dell’intera giornata, e i passi. Solo così, avrò il mio più solare sorriso e mi godrò quel momento.

IO LO SO, lo so perfettamente che non ha alcun senso.

Oggi, mi sono dimenticata un pezzo del pranzo a casa. Ho pensato di integrare comprando qualcosa in giro. Sembrava tutto molto facile.

IO NON LO SO, da dove è uscita tutta quella violenta angoscia, quel senso di fallimento, quella totale sazietà dopo solo un boccone.

IO NON LO SO, cosa mi ha spinto a buttare via tutto, a cercare la playlist più ritmata che ho, e a camminare come per scappare inseguita dai mostri.

Il mostro, la chiamano il mostro questa cosa.

IO NON LO SO. Non so. Ho cercato di stabilizzare il risultato. Ho mantenuto l’equilibrio anche quando, intorno, c’era solo la rabbia. Quando mi hanno scaricato addosso i fallimenti, senza chiedersi MAI quanto potessi sopportare. O fino a quando. O se, banalmente, avessi voglia di farlo. Quando ho fatto scelte che non sono andate lisce lisce. Mai ho scaricato sul cibo tutto questo, mai. Mi sento forte e ho degli obiettivi. Punto.

Sono oltre la nebbia, perché ho imparato a volare più in alto, dove il cielo è sempre azzurro e, guardando bene, c’è sempre un bel sole. E ora che le cose iniziano a fluire verso la giusta direzione non voglio problemi.

Quindi, è chiaro anche per me.

IO LO SO che può sembrare stupido. Ma quanto successo oggi intendo ignorarlo. E andare avanti. D’istinto, sbagliando, cadendo, volando, non ascoltando nessuno, o tutti. L’equilibrio, non sempre, sta nella ragionevolezza.

A mille passi dal cuore 

Pubblicato: 19 giugno 2017 in 2017
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passo più, passo meno… Siamo in tanti  a tenerci a distanza, con la paura di aprirci ai sentimenti e viverli, viverli veramente. Sembra tutto un gioco di dare e avere, dove ci si nasconde pensando così di rimanere interi. Non è così, almeno per me. Rimango vuota, semplicemente.

Non riesco a giocare. Meglio: non voglio giocare. Mi sentirei sempre un po’ morta, in coma sentimentale. In alcune fasi della vita è necessario. Ma a un certo punto bisogna saper rinascere. Oggi voglio assaggiare tutti i gusti che la vita offre, osservare i colori, le sfumature e, come bambini, tuffare piedi e mani nella pittura e lasciare tracce ovunque, sporcarmi sapendo che sono i colori più belli, più sani, più veri. Perché dicono: “Sei viva!”.

E il risultato è un’autentica opera d’arte. E’ ritrovarmi, riscoprirmi molto, molto vicina alla felicità e compiere gli ultimi passi lentamente, molto lentamente. Questa volta non per la paura di ferirmi. Ma per essere certa di godere di tutto, di non tralasciare niente. E volgere il mio sguardo indietro, vedere la strada fatta e commuovermi: chi l’avrebbe detto all’inizio del viaggio?

E guardarmi intorno e capire che non ho bisogno di appoggiarmi, perché le energie erano e sono tutte dentro di me. Grazie a chi mi ha fatto da bussola, in alcuni momenti complicati. Io vado avanti. Ultimi mille passi, e poi via! verso il nuovo obiettivo.

10.000 passi

Pubblicato: 17 marzo 2017 in 2017
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Fare 10 mila passi al giorno aiuta a stare bene cuore, muscoli, colesterolo, schiena; camminare per 2 ore tutti i giorni fa dimagrire circa 450 calorie” – Organizzazione mondiale della Sanità.

Scarico l’app, dichiaro il mio obiettivo quotidiano, e via: 5000 la mattina e 5000 il pomeriggio, approfittando di Romeo, musica e chilometri di Naviglio a disposizione… Ci ho aggiunto la cyclette, una dieta ferrea e cazzo! i risultati si vedono, veramente.

Per quanto mi conosco, lo so: io dimagrisco solo quando sono alla fine di un episodio della mia vita. Forse per l’esigenza di rimettermi in gioco. Quindi, le cose che mi ballano dentro sono tantissime. Oltre all’equilibrio che va garantito a chi ha bisogno di equilibrio. Risultato: per un paio di giorni sono diventata quasi pazza, tutti i nervi scoperti. E se le persone intorno sceglievano termini o toni sbagliati, ero pronta ad azzannare! poi la mia educazione più o meno riprendeva il comando, ma qualche parola sbagliata mi è uscita.

Poi, oggi, camminando come un’isterica, mi sono soffermata sull’espressione di Romeo. Non era per nulla contento della passeggiata, strattonato continuamente per macinare passi e traiettorie che mi ricongiungessero con la casa rispettando l’obiettivo. Ho tolto le cuffiette, rallentato il passo, ripensato alle ultime 48 ore. Così non arrivo da nessuna parte.

Devo lasciare andare le cose che devono andare senza trovare facili sostituzioni. Non ci sono. Per un po’ si naviga a vista, senza nemmeno il profilo della costa all’orizzonte. Ho pochi fondamentali e tanto cambiamento da affrontare. C’è anche la paura, me la concedo. E cammino. Più serena.

PS: SCUSA! a chi mi ha incrociato nello squilibrio…