Treno. Direzione Milano. Finita.
Meglio così. E’ stata una vacanza di scrittura e passi, essenzialmente. Pochi bagni, tanti pensieri. Come sono fatta io. Ma ho percorso delle strade che prima non vedevo, pur procedendo disordinatamente. Lo sono, d’altronde, disordinata.
Quindi torno a casa, con un impegno preso con me stessa che non è per niente leggero. Ma che voglio portare a termine perché ho deciso di non dar spazio alla paura e buttarmi. Preferisco schiantarmi col sorriso. Che sopravvivere.
I «buoni motivi», le scuse.. mi impediscono di vedere oltre il prossimo passo. Ma va bene così, alla fine io sono questa. I progetti troppo lunghi mi tolgono il respiro.
Ieri ho fatto una piccola cosa che mi sono negata da un po’ di tempo: ho pubblicato una mia foto. Ed è stato liberatorio. Non devo farmi condizionare più. Devo essere, e fare, quello che sento, accettando quello che viene, se viene.
Ci sono parole che non ho scritto, immagini che non ho mostrato. Ma non va bene. Non sono io. E oggi, più che mai, ho bisogno di coerenza. Essere. Io. Al cento per cento: io.