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Io che non so…

Pubblicato: 18 ottobre 2022 in 2022
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…la strada. Io che non ho proprio nessun senso dell’orientamento. Che se mi dai in mano una cartina la giro e la rigiro cercando dei punti fermi e magari li trovo ma probabilmente sono sbagliati… Dovrei imparare a fidarmi di più dei miei compagni di viaggio. Oppure semplicemente perdermi con serenità, tanto prima o poi la direzione la ritrovo. O magari ci sarà qualcuno che mi verrà a cercare.

…imparare. Che vivo, e faccio esperienze ma non imparo mai. Che studio e tutto mi sembra chiaro. Eppure ci ricasco sempre. Che due più due fa quattro certo che lo so, ma in fondo io sono convinta che il risultato, nonostante le apparenze, non è detto che sia veramente quattro. Che la realtà mi può stupire, dandomi un risultato altrettanto plausibile. E magari più divertente. Coinvolgente.

.. fidarmi.. e questa è la cosa più stupida. Perché, alla fine di tutto, la paura non allontana gli altri. Allontana me. Da quello che veramente posso essere, vivere. Sentire. Essere. Godere, apprezzare. Essere.. ESSERE.

… va così….

Pubblicato: 8 Maggio 2020 in 2020
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Vivere in una bolla e pensare che tutto stia sostanzialmente fermo: invece no. Uscire, passeggiare lungo il naviglio e l’esplosione di tanta natura che investe, tramortisce, perché era inverno, l’ultima volta che ci siamo visti. L’acqua è pulita e tranquilla, più di me, come sempre, che faccio i conti con le paure e sono tutti sballati.

Mani che non posso più afferrare e che vedo semplicemente allontanarsi e le devo lasciare andare, in questo mondo sterilizzato, che mi fa sentire tutto troppo lontano, irraggiungibile.

Il ricordo di un abbraccio fa quasi male.

Cerco un punto qualsiasi, da fissare e raggiungere, fosse solo un miraggio, sentirei che sto comunque procedendo. Invece vago a vuoto, seguendo traiettorie irregolari dettate dalla regola della lontananza, rimandando a domani un rigore che poco mi appartiene.

In questo mondo senza facce, vorrei disegnare un sorriso sulle mascherine che incontro. Punto.

Metropolitana. La mattina è mia. Programma: camminare, per ore. Da sola. L’itinerario è suggestivo, la musica stimolante, il fisico a posto.

La mia settimana nera, alla fine si è conclusa. Ho perso: fiducia, persone, un po’ di speranza.

Avrei voluto avere un posto altrove, un rifugio, un angolo di pace, per fermare tutto. Anche se, alla fine, passando al setaccio gli eventi, in ciò che è rimasto ho trovato qualche risposta importante.

Sale una bionda. Né giovane né vecchia. Perfetta in tutto. Nell’abbigliamento, credo: non mi vestirei mai così, ma da tutti i singoli eccessi esce una generale armonia. Capelli: una cascata di boccoli ineccepibili. Trucco: forte ma non volgare.

Si specchia tutto il tempo nel riflesso della porta. Sistemandosi ossessivamente i capelli. Si libera un posto. Si siede. Tira fuori dalla borsa uno specchio e continua la sua ricerca del ricciolo ideale.

Sono rapita. Non riesco a toglierle gli occhi di dosso. È il mio opposto assoluto. Mi affascina totalmente.

Devo scendere. Lascio la bionda ai suoi boccoli e ritrovo i miei pensieri. Io non ho più voglia di sistemare, questa è la realtà. Ho solo bisogno di camminare. E andare avanti. E avanti. Avanti.