Ultimi giorni di agosto.
Iniziano a circolare le varie fotografie delle vacanze. Spiagge, montagne e sorrisi. Zaini, vailigie, aerei, macchine, bici…
La mia fotografia non la posso pubblicare. Non per la privacy. E’ una foto in cui, finalmente, regna la serenità. Di fronte a me non ho la spiaggia più bella. Dalle finestre non vedo un panorama unico.
Non ho “girato e rigirato senza sapere dove andare” (cit.), non ho conosciuto persone diverse da me. Usi e tradizioni, o profumi che, in un lampo, mi ricorderanno giorni indimenticabili. Niente di tutto questo.
Si, ho rivisto amici. Ne ho ospitati altri. E, tutti, hanno contribuito con le loro pennellate al quadro che si stava dipingendo. Era tanto che non succedeva. Abituati alla rabbia, ai silenzi, alle recriminazioni. All’idea di un futuro che, come un elastico, si allunga e si restringe con velocità e violenza, ferendoci ogni volta un po’.
Oggi, udite udite, voglio credere che siamo solo all’inizio. Non posso permettermi grandi illusioni. Ma, per una volta, preferisco crederci. Inshallah!