Oggi, dopo profonde riflessioni, ho preso una “forte e irreversibile decisione”: congelo per il tempo necessario il mio Viaggio Imperfetto.
Questo è il mio angolo di paradiso. Quando la pallina impazzita dei miei pensieri raggiunge velocità supersoniche, scende sotto il livello di tolleranza o sale nel blu più blu del blu sono le parole a fare il piccolo miracolo, facendomi ritrovare un equilibrio, o una direzione.
Ed è meraviglioso.
Forse, però, in questo momento della mia vita, questa stampella potrebbe essere controproducente. Il totale squilibrio è un mare che va attraversato e guardato in faccia per poter capire. Scegliere senza tante certezze. La confusione è tanta. Devo vedere oltre l’ovvio.
Poi torno a casa. Tre minuti e si scatena il solito inferno. E mi vedo lì, sotto il consueto enorme muro, sola, incapace di vedere, di fare un passo, di aggrapparmi ad un appiglio perché è la mia vita, e il grande fallimento con cui fare i conti. Non stasera, non ne ho la forza.
E rieccomi qui. A scrivere. A cercare il conforto nelle parole. Per far tacere il vuoto. Cacciare le lacrime. Sollevarmi verso la sommità: c’è tanta roba oltre il muro.