Un calice di prosecco offerto dal cinese è la simpatica conclusione di questa giornata a umori alterni.
La mattina all’insegna della lotta. Tra me e il mondo. Decidere chi è dentro e chi è fuori. Con tutti i ragionamenti annessi e connessi. Ovvero: seghe mentali….
A pranzo la prima svolta. Sentire minimizzare i problemi e decidere di andare giù duro. Senza sconti. Rimandare al mittente le scuse, le bugie, e continuare a tirare fuori. Cazzo, non le vedi le macerie? Non ti accorgi di quello che hai fatto?
Mi alzo da tavola leggera, finalmente. Una prima parte di dolore parcheggiato da anni è smaltito.
Poi. Mani occupate ma testa libera. E mi accorgo di capire. E di vedere. Chiaramente.
Visualizzo i livelli da esplorare. E con quale parte di me fare i vari viaggi. E so che voglio tutto. Perché se gli incontri che facciamo hanno un senso è finito il tempo di scappare.
Poi, a tradimento, ho sentito come un piccolo ma intenso dolore. Libera dalla rabbia, libera di pensare a un futuro, mi rendo improvvisamente conto di aver cercato l’amore ovunque, tranne dove aveva senso farlo. Parlo dell’Amore. Non di un uomo. Non di una storia. Ma dell’Amore. Aver sentito questa scintilla e sapere. Ho capito. Grazie.